Mangiamo molto, troppo e male. Bombardati come siamo da immagini di cibo per strada e anche dentro casa, dallo schermo televisivo dove tra cuochi e ricette, il cibo sembra essere diventato la nostra ossessione.
SOVRAPPESO O OBESO: QUASI UN MAGGIORENNE SU DUE, UN BIMBO SU 3
Scorrette abitudini alimentari, unite alla sedentarietà, hanno reso il sovrappeso un problema per un italiano su due. Infatti, secondo l’Istat, nel 2015 il 45,1% della popolazione maggiorenne era in eccesso di peso (il 35,3% in sovrappeso e il 9,8% obeso). I bambini e gli adolescenti in eccesso di peso raggiungono la quota considerevole del 24,9%. I problemi di salute che ciò provoca al nostro organismo costano al nostro paese 22,8 miliardi di euro ogni anno (il 64% se ne va in spese per l’ospedalizzazione). L’obesità accorcia la vita. La scorretta alimentazione e inattività fisica sono, insieme al fumo e all’abuso di alcol, i principali fattori di rischio responsabili dell’86% delle morti in Europa e in Italia.
«CAMMINARE È SALUTE»
Secondo l’ufficio regionale per l’Europa dell’Oms, l’obesità è «una delle maggiori sfide per la salute pubblica del 21° secolo». La sua prevalenza è triplicata in molti paesi della Regione Europea dell’OMS dal 1980 e il numero di persone colpite continuano ad aumentare a «un ritmo allarmante».
Tanto che per arginare quest’epidemia, si cerca da tempo di convincere le persone a muoversi un po’. Quest’anno l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica ADI ha deciso di celebrare l’Obesity Day di oggi al motto «Camminare è salute». È questa un’attività praticabile da chiunque e in ogni momento della giornata, efficace a patto di seguire le indicazioni minime dell’Oms: praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, che equivale a poco più di 20 minuti di passeggiata a passo spedito al giorno.
Nella giornata di oggi, il personale sanitario dei 150 centri di dietologia ADI presenti su tutto il territorio italiano sarà a disposizione per colloqui gratuiti di informazione e consulenza, valutazioni del grado di sovrappeso e l’individuazione dei percorsi terapeutici nutrizionali più appropriati alla persona.
LE MILLE CAUSE DELL’OBESITÀ
Dopo aver puntato il dito contro i geni dell’obesità, aver scoperto l’importanza deimeccanismi epigenetici e delle abitudini nei primi anni di vita, sottolineato il ruolo dei genitori quasi incapaci di «vedere» i chili di troppo dei propri figli e dellasedentarietà, grande nemica della nostra salute, oggi l’obesità continua ad essere una grande epidemia globale, in crescita nei paesi poveri e tra i più piccoli.
OBESITÀ INFANTILE
E proprio all’obesità infantile sarà dedicata la giornata mondiale dell’obesità, l’Obesity Day che si festeggerà invece domani nel resto del mondo. Secondo l’Oms, nel 2014, 41 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni di età erano in sovrappeso o obesi. E sempre l’Oms sottolinea come il 60% di coloro che sono sovrappeso prima della pubertà saranno adulti sovrappeso. In Europa il numero di bambini in sovrappeso è in crescita continua: attualmente 1 bambino su 3 tra i 6 e i 9 anni è in sovrappeso o obeso.
Nel nostro paese, i bambini in sovrappeso sono il 20,9% e i bambini obesi sono il 9,8%, compresi i bambini severamente obesi che da soli sono il 2,2%, secondo gli ultimi dati di «Okkio alla salute», il sistema di sorveglianza promosso dal Ministero della Salute. Ai chili di troppo si aggiunge la sedentarietà: i dati indicano che il 18% pratica sport per non più di un’ora a settimana, il 42% ha la Tv nella propria camera, il 35% guarda la TV e/o gioca con i videogames più di 2 ore al giorno e solo 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta.
Per arrestare l’aumento di sovrappeso e obesità nei bambini e ragazzi (0-18 anni) entro il 2020, a livello europeo è stato lanciato un piano d’azione 2014-2020 contro l’obesità infantile rivolto ai diversi Paesi europei, una base su cui lavorare per implementare delle politiche nazionali di contrasto all’obesità. Non sconfiggerla negli adulti di domani significherà veder crescere ancora di più l’incidenza delle malattie non trasmissibili, e del loro peso economico e sociale.
Fonte: La Stampa