ll risultato ottenuto nei primi 9 mesi dall’entrata in funzione. Un beneficio per la città pari a quello che si sarebbe ottenuto spegnendo per un anno intero 1.900 caldaie da appartamento. L’energia primaria consumata è scesa del 12%, i gas-serra prodotti addirittura del 14%. Sono i risultati ottenuti dalla centrale di cogenerazione del Sant’Orsola nei primi nove mesi di funzionamento. Un beneficio per l’aria cittadina pari a quello che si sarebbe ottenuto spegnendo per un anno 1.900 caldaie da appartamento. E con l’entrata in funzione della trigenerazione, in estate, i benefici saranno ancora più forti, equivalenti allo stop di 3.000 caldaie.
“L’entrata in funzione a pieno regime della nuova centrale – commenta il direttore generale Antonella Messori – è un nuovo passo avanti in un costante processo di rinnovamento tecnologico e organizzativo perseguito con coerenza in questi anni, affinché anche le nostre strutture siano sempre più all’altezza dell’assistenza sanitaria che la nostra Azienda garantisce”. “Con l’avvio della trigenerazione e il completamento dell’impianto – spiega il direttore amministrativo Davide Fornaciari – il Policlinico bolognese si avvia a diventare una della strutture ospedaliere più ‘verdi’ d’Italia dal punto di vista energetico, con un beneficio per l’intera città”.
La nuova centrale consente di produrre contemporaneamente attraverso un unico impianto alimentato a metano sia l’energia elettrica che l’energia termica necessaria al fabbisogno del Policlinico. Normalmente in una centrale termoelettrica solo circa il 30-35% del combustibile è trasformato in energia elettrica, la parte rimanente non viene utilizzata e finisce per disperdersi sotto forma di energia termica. Qui invece, da nove mesi, viene recuperata e trasformata in riscaldamento (cogenerazione).
Dall’estate entreranno in funzione i gruppi ad assorbimento che la utilizzeranno per produrre anche acqua refrigerata. Con un’unica fonte di energia primaria il sistema produrrà così elettricità, riscaldamento e refrigerazione. La riduzione dei consumi di energia primaria raggiungerà così il 27% (4.863 TEP/anno) e quella delle emissioni di gas a effetto serra il 22,2% (1.589 t CO2 eq/anno). Un risultato equivalente a quello che si otterrebbe spegnendo per un intero anno circa 3.000 caldaie da appartamento.
“È stato un intervento – spiega Daniela Pedrini, direttore del Dipartimento Tecnico del Sant’Orsola – complesso sotto ogni punto di vista. L’iter amministrativo ha previsto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), la stessa richiesta ad esempio per i grandi complessi siderurgici. Per i lavori sono state impiegate circa 750 persone e 60 tra ingegneri e progettisti e sono stati stesi, tra l’altro, 15 chilometri di cavi senza interruzione del normale svolgimento delle funzioni sanitarie. Con il nuovo impianto di trigenerazione l’Azienda si avvicina ai traguardi fissati dal progetto europeo RES-Hospitals che prevede, entro il 2020, la quasi totale fornitura di energia da fonti rinnovabili all’intero Policlinico”. Fonte www.aosp.bo.it