ROMA – “Il problema numero uno del Paese resta il lavoro”. Lo ha detto ieri sera il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. Un discorso che ha fatto registrare un grande successo: il discorso a reti unificate del Presidente della Repubblica è stato seguito su Rai1, Rai2, Rai3 e RaiNews24 complessivamente da 6 milioni 505 mila telespettatori per uno share del 37,89%.
“Nonostante l’aumento degli occupati – ha sottolineato -, sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini. Combattere la disoccupazione e, con essa, la povertà di tante famiglie è un obiettivo da perseguire con decisione. Questo è il primo orizzonte del bene comune”.
“Abbiamo, tra di noi, fratture da prevenire o da ricomporre – ha poi aggiunto il capo dello stato -. Tra il Nord del Paese e un Sud che è in affanno. Tra città e aree interne. Tra centri e periferie. Tra occupati e disoccupati. Barriere e difficoltà dividono anche il lavoro maschile da quello femminile, penalizzando, tuttora, le donne. Far crescere la coesione del nostro Paese, vuol dire renderlo più forte. Diseguaglianze, marginalità, insicurezza di alcuni luoghi minano le stesse possibilità di sviluppo”. Secondo Mattarella “la crescita è in ripresa, ma è debole. Il suo impatto sulla vita di molte persone stenta a essere percepito. Va ristabilito un circuito positivo di fiducia, a partire dai risparmiatori, i cui diritti sono stati tutelati con il recente decreto-legge”.
“Questo senso diffuso di comunità costituisce la forza principale dell’Italia, anche rispetto alle tante difficoltà che abbiamo di fronte. La comunità, peraltro, va costruita, giorno per giorno, nella realtà”, ha continuato il presidente della repubblica.
“Nell’attesa del nuovo anno – ha aggiunto – desidero rivolgere gli auguri migliori a tutte le italiane e a tutti gli italiani. A quelli che risiedono nel nostro Paese e a quelli che ne sono lontani, per studio o per lavoro, e sentono intensamente il vincolo di appartenenza alla Patria. Ho visitato, anche quest’anno, numerosi territori, ho incontrato tante donne e tanti uomini. Ho conosciuto le loro esperienze, ho ascoltato le loro speranze, le loro esigenze. Ho potuto toccare con mano che il tessuto sociale del nostro Paese è pieno di energie positive”. “Tante persone – ragazzi, giovani, adulti, anziani – svolgono, con impegno, il proprio dovere – ha sottolineato il Capo dello stato -. Molti vanno anche oltre, pronti a spendersi per gli altri e per la collettività, a soccorrere chi si trova in pericolo o in difficoltà. Senza inseguire riconoscimenti o cercare la luce dei riflettori. Con tutti ho condiviso sofferenze e momenti di gioia. Il nostro Paese è una comunità di vita, ed è necessario che lo divenga sempre di più”.
No a cittadini di serie B. Per Mattarella, “le difficoltà, le sofferenze di tante persone vanno ascoltate, e condivise. Vi sono domande sociali, vecchie e nuove, decisive per la vita di tante persone. Riguardano le lunghe liste di attesa e le difficoltà di curare le malattie, anche quelle rare; l’assistenza in famiglia agli anziani non autosufficienti; il sostegno ai disabili; le carenze dei servizi pubblici di trasporto. Non ci devono essere cittadini di serie B”.
Immigrazione e ansie della società. “Sarebbe un grave errore sottovalutare le ansie diffuse nella società”, ha continuato il Capo dello stato. “Dopo l’esplosione del terrorismo internazionale di matrice islamista – ha spiegato -, la presenza di numerosi migranti sul nostro territorio ha accresciuto un senso di insicurezza. E’ uno stato d’animo che non va alimentato, diffondendo allarmi ingiustificati. Ma non va neppure sottovalutato. Non rendersi conto dei disagi e dei problemi causati alla popolazione significa non fare un buon servizio alla causa dell’accoglienza”. Per Mattarella, però, “l’equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte. Anche nell’anno trascorso, le nostre Forze dell’ordine e i nostri Servizi di informazione hanno operato con serietà e competenza perché, in Italia, si possa vivere in sicurezza rispetto al terrorismo, il cui pericolo esiste ma si cerca di prevenire. A loro va espressa la nostra riconoscenza”.
I giovani che vanno all’estero? Meritano rispetto. “Desidero, adesso, rivolgermi soprattutto ai giovani. So bene che la vostra dignità è legata anche al lavoro. E so bene che oggi, nel nostro Paese, se per gli adulti il lavoro è insufficiente, sovente precario, talvolta sottopagato, lo è ancor più per voi”.
“La vostra è la generazione più istruita rispetto a quelle che vi hanno preceduto – ha aggiunto -. Avete conoscenze e potenzialità molto grandi. Deve esservi assicurata la possibilità di essere protagonisti della vita sociale. Molti di voi studiano o lavorano in altri Paesi d’Europa. Questa, spesso, è una grande opportunità. Ma deve essere una scelta libera. Se si è costretti a lasciare l’Italia per mancanza di occasioni, si è di fronte a una patologia, cui bisogna porre rimedio. I giovani che decidono di farlo meritano, sempre, rispetto e sostegno”. “E quando non si può riportare nel nostro Paese l’esperienza maturata all’estero viene impoverita l’intera società”, ha sottolineato.
Internet e l’odio come strumento di lotta politica. Per Mattarella, poi, “vi è un altro insidioso nemico della convivenza, su cui, in tutto il mondo, ci si sta interrogando. Non è un fenomeno nuovo, ma è in preoccupante ascesa: quello dell’odio come strumento di lotta politica. L’odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola”.
“Una società divisa, rissosa e in preda al risentimento, smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza – ha aggiunto – Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva”. “Il web, ad esempio – ha detto ancora -, è uno strumento che consente di dare a tutti la possibilità di una libera espressione e di ampliare le proprie conoscenze. Internet è stata, e continua a essere, una grande rivoluzione democratica, che va preservata e difesa da chi vorrebbe trasformarla in un ring permanente, dove verità e falsificazione finiscono per confondersi”.
Femminicidio da sradicare. “Un’altra grave ferita inferta alla nostra convivenza è rappresentata dalle oltre 120 donne uccise, nell’anno che si chiude, dal marito o dal compagno – ha sottolineato Mattarella -. Vuol dire una vittima ogni tre giorni. Un fenomeno insopportabile che va combattuto e sradicato, con azioni preventive e di repressione”.
I sogni dei bambini e il futuro dell’Italia. “Cari concittadini, qualche giorno fa, nelle zone del terremoto, ho ricevuto questo disegno in dono dai bambini della scuola dell’Infanzia di Acquasanta Terme, ritrae la loro scuola. Vi è scritto: ‘La solidarietà diventa realtà quando si uniscono le forze per la realizzazione di un sogno comune’. Vorrei concludere facendo mio questo augurio, e rivolgendolo a ciascuno di voi, perché i sogni dei bambini possono costruire il futuro della nostra Italia. Buon anno a tutti”.
Redattore Sociale