Quando è nata la vaccinovigilanza in Italia? Perché è importante? Che cosa si intende per evento avverso a un vaccino e come fare per segnalarlo? A queste domande risponde un video divulgativo dell’Istituto Superiore di Sanità pensato per quegli operatori sanitari e cittadini che vogliono capire meglio come funziona la vaccinovigilanza in Italia.
La clip è stata realizzata dalla redazione di Epicentro, sito Iss membro del network Oms Vaccine Safety Net (Vsn), con la revisione scientifica dei ricercatori del Dipartimento di Malattie infettive (Iss), riconosciuti focal point per il Vsn e dei ricercatori del reparto di Farmacoepidemiologia e Farmacosorveglianza del Centro nazionale per la ricerca e la valutazione preclinica e clinica dei farmaci (Iss).
Cosa dice il video?
La farmacovigilanza, di cui la vaccinovigilanza è una parte, è nata negli anni Sessanta e comprende le attività di raccolta, valutazione, analisi e comunicazione degli eventi avversi che si possono manifestare dopo la somministrazione di farmaci e vaccini.
Un evento avverso a un vaccino è definito come qualsiasi manifestazione spiacevole che si verifica successivamente alla sua somministrazione, ma che non ha necessariamente un nesso di causalità con il vaccino stesso.
La vaccinovigilanza permette di analizzare il rapporto beneficio/rischio di ogni vaccino e accertare che questo rapporto si mantenga favorevole nel corso del tempo.
In presenza di un evento avverso che si è manifestato dopo la vaccinazione, operatori sanitari e cittadini possono inviare una segnalazione, via mail o fax, al responsabile di farmacovigilanza, oppure attraverso il sito Vigifarmaco.it.
Ogni segnalazione viene analizzata perché la comparsa di un evento avverso dopo il vaccino non implica necessariamente che la causa sia il vaccino stesso. Per questo motivo le segnalazioni raccolte nel database della Rete Nazionale di Farmacovigilanza dell’AIFA vengono esaminate singolarmente.
La procedura consente di smentire, o al contrario confermare, il nesso con il vaccino. In questo caso si procede a quantificare il rischio legato alla somministrazione. Infatti, gli eventi avversi sono molto diversi tra loro sia per gravità sia per frequenza: nella maggior parte dei casi si tratta di eventi lievi. Pochi sono gli eventi gravi.
Le attività di farmacovigilanza non vengono svolte solo a livello nazionale ma si estendono anche alla Rete europea Eudravigilance e a quella mondiale dell’Oms. La possibilità di analizzare i dati provenienti da molti Paesi in tutto il mondo aumenta le dimensioni delle popolazioni studiate e permette di evidenziare anche eventi molto rari.
Il sistema di vaccinovigilanza italiano è uno tra i migliori in Europa infatti, secondo l’Oms, tra i Paesi a maggior tasso di segnalazione l’Italia risulta quella con la più alta qualità delle informazioni raccolte.
Fonte: http://www.epicentro.iss.it/