“Soltanto con gli interventi sull’alimentazione possiamo evitare decine di migliaia di morti: 75mila l’anno”. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Walter Ricciardi, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del workshop istituzionale ‘Il paziente al centro: la gestione integrata della cronicita” organizzato oggi a Roma da Msd Italia nell’ambito del progetto #Insieme per il cuore.
“Queste morti- ha proseguito Ricciardi- si potrebbero ridurre anche facendo una serie di misure sulle malattie cardiovascolari, attraverso misure un po’ fiscali come per esempio aumentando il prezzo sulle sigarette o mettendo una tassa sul cibo spazzatura, oltre che mettendo in atto interventi di prevenzione in medicina generale. Penso alle donne gravide, evitando di farle fumare, o ai ragazzi facendoli mangiare meglio”. Intanto, secondo un recente studio sulla mortalita’ evitabile (condotto dal gruppo Nebo), e’ stato calcolato che tra errori medici e scarsa prevenzione in Italia si potevano salvare 100mila italiani.
“È la cosiddetta ‘mortalita’ evitabile’- ha commentato il presidente dell’Iss- Alcuni esempi? Se una diagnosi che poteva essere precoce viene fatta troppo tardi, quella e’ una morte evitabile; oppure se una riorganizzazione porta un ospedale ad essere troppo piccolo, e quindi non e’ in grado di assistere tempestivamente i propri pazienti, anche quella e’ una morte evitabile. Alcune morti sono inevitabili in ogni caso, perche’ la combinazione delle cose molto spesso e’ fatale. Pero’ su molte si puo’ agire contemporaneamente prevenendo ma anche organizzando meglio l’assistenza”. In cima alla classifica delle Regioni dove ci sono piu’ morti evitabili, sempre secondo lo studio, c’e’ la Campania.
“La Campania e’ una regione che sicuramente ha avuto una serie di problemi in passato- ha spiegato ancora Ricciardi- quando c’e’ stata la devoluzione, cioe’ quando e’ stata attribuita la responsabilita’ gestionale alle Regioni, e stiamo parlando del 2001, quindi di 15 anni fa. Non si e’ mossa in tempo, ha accumulato una serie di ritardi, ha incrementato i suoi deficit e ad un certo punto e’ stata commissariata. Quindi e’ stato il governo centrale a cercare di controllare soprattutto i conti. Ma il problema e’ che i cittadini non si curano con i bilanci in ordine, che pure in questo momento sono sicuramente migliori, ma riorganizzando l’assistenza e facendo prevenzione.
Per esempio la Campania non ha ancora attivato lo screening del cancro al colon retto e quello per la mammella e’ ancora estremamente irregolare, cosi’ come l’assistenza domiciliare e’ molto carente. Insomma, sono alcuni esempi su cui la Campania deve recuperare. Ovviamente- ha concluso il presidente dell’Iss- noi siamo a disposizione per aiutarla”. (Cds/ Dire)