ROMA – “Tra detersivi e solventi sono moltissimi i rischi che si corrono, perché si tratta di sostanze che hanno un’azione chimica non sempre favorevole all’organismo umano. La prima cosa da fare, quindi, è controllare le etichette: tutti i prodotti sono infatti etichettati con simboli di pericolo, di cancerogenicità o di incendio. Per questo bisogna andare a vedere su ogni sostanza che si usa la mancanza o la presenza di simboli di pericolosità e quindi trovare sostanze alternative“.
Lo ha detto Agostino Messineo, docente di Medicina del Lavoro all’Università di Roma Tor Vergata, intervistato dall’agenzia Dire in occasione del convegno ‘Ambiente e salute – Aria, acqua, suolo, alimenti: conoscere per prevenire’.
“Ma non c’è solo questo, c’è anche un problema legato agli allergeni– ha proseguito Messineo- agli acari, alle forfore e al problema dell’inquinamento interno, che si risolve utilizzando forme di pulizia degli ambienti. Ma soprattutto raccomando sempre la ‘depolverazione’ dei libri, perché le librerie accumulano polvere che poi respiriamo. E quando respiriamo polvere, respiriamo anche le feci e il corpo di piccoli acari i quali hanno un forte potere allergizzante. Se vogliamo bene ai nostri figli e se vogliamo che non diventino dei soggetti allergizzati, dovremmo dunque avere massima cura nella pulizia, spolverare le librerie, usare dei tendaggi che siano a prova di acari, cambiare le lenzuola spesso e rispettare tutta una serie di norme indicate nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, che sono state dettate per evitare l’inquinamento indoor ed emanate in particolar modo per le scuole, dove i bambini possono andare incontro a una serie di problemi”.
In casa bisognerebbe poi evitare il fumo, perché si determina “una serie di emissioni nocive, specialmente per i bambini– ha sottolineato l’esperto- e anche gli incensi, che danno un buon odore ma emanano tutta una serie di composti che possono essere tossici. Un bastoncino di incenso non fa male, ma per favore apriamo la finestra per areare la stanza”.
In casa ci sono tantissimi aspetti “che vanno considerati e siccome non c’è una norma che obbliga ad applicare precauzioni nel campo dell’indoor e dell’inquinamento interno degli ambienti domestici- ha aggiunto- è necessario che ci sia una maggiore sensibilizzazione delle famiglie e anche dei medici, che indichino quali sono le norme corrette da attuare per i loro pazienti e le loro famiglie”.
Ma l’educazione su questo tema potrebbe partire dalle scuole?
“C’è una legge che dice che le norme indoor sono prioritariamente applicabili nelle scuole- ha risposto il professore di Medicina del Lavoro all’agenzia Dire- ma il problema è che con un Servizio sanitario nazionale, che ha una vigilanza non del tutto adeguata, spesso non si vanno a vedere queste cose. E se non c’è vigilanza non c’è neanche sensibilizzazione.
Se si mette la macchina in divieto di sosta il vigile fa la multa, si sparge la voce e nessuno lascia più la propria auto in quel punto; ma se nessuno fa le multe alla fine tutte le macchine saranno in divieto di sosta. Allora io dico che la vigilanza su questo settore è molto importante per dare un’idea sul fatto che c’è una legge da seguire, perché non basta fare i bandi, ma bisogna imporre il rispetto delle norme. Come anche il divieto di fumo: esiste una legge su questo- ha infine concluso- ma poi alla fine è difficile farla rispettare”.