ROMA – I casi di meningite meningococcica invasiva che vengono ogni anno segnalati in Italia sono circa 200, senza significative variazioni negli ultimi anni.
L’incidenza annuale è quindi compresa tra gli 0,2 e gli 0,3 casi per 100.000 abitanti. L’incidenza è maggiore nei bambini al di sotto dell’anno di vita (oltre 4 casi per 100.000 in questa fascia d’età). Più del 50% dei casi sono causati, soprattutto nei bambini piccoli, dal siero gruppo B. Il sierogrouppo C è il secondo più frequentemente implicato. Dal 2015 si è osservato in Toscana un incremento inusuale di casi invasive dovuti a un ceppo appartenente al sierogruppo C e al complesso clonale 11 (cc11), che è caratterizzato da marcata invasività. È quanto emerge dagli ‘Stati generali sulla meningite’, evento organizzato oggi a Roma dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali.
LO STUDIO IN TOSCANA
Per quanto riguarda la situazione in Toscana, un recente studio condotto su oltre 2mila tamponi faringei (prelevati tra marzo e maggio 2016), principalmente di adulti e giovani adulti, ha evidenziato una percentuale di carrier (portatore) compresa tra il 2,3 e il 4,7% nella fascia d’età tra gli 11 e i 19 anni- e tra l’1 e il 2,3% nella fascia d’età tra i 20 e i 44 anni. Il meningococco C è stato isolato in solo 4 dei 58 casi positivi (tutti adolescenti), a suggerire che questo sierotipo sia caratterizzato da uno stato di carrier di breve durata.
I VACCINI E LA RETE INFETTIVOLOGICA
I vaccini per il meningococco attualmente disponibili in Italia sono tre: un vaccino monovalente coniugato contro il siero gruppo C, un vaccino tetravalente coniugato anti-A,C,Y,W e un vaccino subcapsulare contro il sierogruppo B.Il piano nazionale di immunizzazione recentemente approvato prevede la vaccinazione per il meningococco B nei bambini entro il primo anno di vita, il vaccino per il meningococco C nei bambini tra i 13 e i 15 mesi, il vaccino tetravalente ACYW negli adolescenti (dagli 11 ai 18 anni) e per chi viaggia all’estero in aree endemiche. La vaccinazione è inoltre raccomandata per tutte le persone considerate ad aumentato rischio di malattia meningococcica (i portatori di immunodeficienze congenite ed acquisite e di particolari condizioni elencate nel piano). L’efficacia del vaccino monovalente anti meningoccocco C è risultata = 95% e la durata della protezione è stimata in circa 5-10 anni. I dati disponibili sono però ancora limitati e si ritiene necessario procedure a ulteriori studi sull’argomento. Nel piano vaccinale italiano è raccomandata negli adolescenti fino ai 18 anni una dose di vaccino anti-meningocccico quadrivalente ACYW135, sia che non abbiano mai effettuato, nell’infanzia, la vaccinazione C monovalente o quadrivalente, sia che abbiano già ricevuto una dose di vaccino.
IL BATTERIO
Il meningococco (Neisseria meningitis) è un batterio commensale obbligato che non ha nessun vantaggio biologico ad assumere un ‘atteggiamento’ aggressivo. La sua strategia consiste nel ‘colonizzare’ la mucosa naso-faringea del suo ospite, che è esclusivamente rappresentato dalla nostra specie diffondendosi da una persona all’altra mediante aerosol di quelle che in termine tecnico si definiscono ‘large droplets’ di secrezioni respiratorie. Circa il 10% delle persone sane può, in ogni momento, essere portatore di N. meningitidis nelle vie respiratorie superiori ed è probabile che ciascuno di noi durante la sua vita ‘ospiti’ N.meningitis almeno per un periodo. Questo fenomeno è noto come carriage (stato di portatore). I tassi di trasmissione e di carriage aumentano nelle comunità, soprattutto di giovani (caserme, collegi) e nei contatti dei casi di malattia meningococcica. Nei paesi ad alto reddito il carriage è più frequente negli adolescenti e nei giovani (prevalentemente tra gli 11 e i 20 anni) ed è favorito da infezioni respiratorie concomitanti, dal fumo di sigarette, da condizioni di sovraffollamento, dal bacio intimo. La condizione di carrier può prolungarsi per molti mesi, o essere intermittente o transitoria ed induce, entro poche settimane, una risposta anticorpale cui è attribuito un possibile ruolo protettivo. La gran parte dei ceppi isolati dai carrier sono privi di capsula, e quindi non in grado di causare infezioni invasive. Si stima che si possa verificare un caso di malattia meningococcica invasiva ogni mille portatori. I fattori individuali che determinano la malattia invasiva sono tuttora poco definiti. I meningococchi isolati da pazienti con malattia invasiva (sepsi, meningite) appartengono ad un limitato numero di sierogruppi (prevalentemente A, B, C, Y e W135) e di complessi clonali (cc) iper-virulenti che possono includere sierogruppi diversi. Ad esempio, sia il sierogruppo W che ha causato epidemie nella cosiddetta fascia della meningite in Africa, sia il sierogruppo C, implicato nei casi recentemente osservati in Toscana, appartengono al cc11.
IL NUOVO DOCUMENTO SIMIT
La rete dei reparti di malattie infettive negli ospedali italiani rappresenta un valido strumento per la cura e la diagnosi delle malattie contagiose e diffusive, per la raccolta di dati sulla diffusione, l’emergenza e la riemergenza delle infezioni e per la trasmissione di informazioni e bune pratiche di prevenzione all’interno degli ospedali ed alla popolazione tutta. Avvertendo la necessità di condividere le strategie di prevenzione, diagnosi e cura della MMI (Malattia meningococcica invasiva), con riferimento alle linee guida internazionali e ai contributi degli esperti, Simit – in collaborazione con la direzione generale della Prevenzione del ministero della Salute – ha promosso la stesura di un position paper (documento programmatico) contenente le raccomandazioni sui comportamenti da seguire nella gestione di diagnosi e cura di questa malattia e la sintesi dei più recenti dati epidemiologici. Simit si propone inoltre di esercitare quanto di sua competenza per facilitare l’applicazione sull’intero territorio nazionale delle indicazioni in merito alla profilassi e alla terapia della malattia meningococcica invasiva.