ROMA – Si chiama Flavia Bustreo, è un medico epidemiologo ed è la prima candidata italiana della storia alla direzione generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Sei i candidati in corsa, oltre alla Bustreo, concorreranno un ungherese, un pakistano, un inglese e un francese e un etiope. Se la candidata italiana dovesse spuntarla, sarebbe il terzo mandato tutto al femminile alla guida dell’Oms dopo i due della cinese Margaret Chan.
Il nuovo direttore generale verrà votato a maggio dall’Assemblea dell’Oms ed entrerà in carica il primo luglio, dopo una prima votazione da parte degli stati membri del consiglio esecutivo il 25 gennaio da cui i candidati passeranno da 6 a 3.
Flavia Bustreo, nata a Camposampietro in provincia di Padova, lavora in Oms da oltre 20 anni e dal 2010 è vicedirettore generale per la Salute della famiglia, delle donne e dei bambini. Ha lavorato in molte parti del mondo tra cui Argentina, Sarajevo, Baghdad durante la guerra del Golfo e nel 1997 è stata l’unico medico italiano in Sudan. “E’ un onore e un orgoglio essere stata scelta dal mio Paese per questa sfida”, ha detto Bustreo questa mattina nella sede dell’Istituto superiore di sanità a Roma, dove, insieme al presidente dell’Iss, Walter Ricciardi, ha presentato alla stampa la sua candidatura.
Un Paese che in tema di salute, “ha molto da dire- ha aggiunto- L’Italia infatti, è stata la prima nazione ad avere nella propria Costituzione il diritto alla salute. Ancora prima della nascita stessa dell’Oms”. Basti pensare, che “dei 194 paesi che fanno parte dell’Organizzazione, addirittura la metà non possiede nella propria Carta, il diritto all’accesso alle cure”. E ancora, “l’Italia è il Paese con la più bassa mortalità materna al mondo e il secondo paese, dopo il Giappone, con la proporzione più alta di persone sopra i 65 anni. Indice, ovviamente, di un’aspettativa di vita molto alta”.
È necessario, “garantire a tutti in tutte le nazioni un adeguato accesso alle cure. Non è pensabile che in molti paesi nelle strutture sanitarie manchi ancora l’energia elettrica. Il mio auspicio è che si possa colmare questo gap magari facendo ricorso a energie pulite e sostenibili”. Quali i punti prioritari del programma? “Innanzitutto l’equità– ha spiegato ancora Bustreo- le disuguaglianze in tema di salute nel mondo sono ancora fortissime, non solo tra paesi poveri e paesi ricchi, ma anche all’interno di questi ultimi”. Quindi, “collaborazione, coordinamento e sviluppo di reti internazionali, soprattutto in quei paesi dove si manifestano le epidemie e le emergenze. Fondamentale è il dialogo con le realtà dei vari territori dove si manifestano le emergenze. Non solo governative, ma anche non governative”. Infine una battuta: “Il nuovo direttore generale, una volta eletto, avrà solo un mese di tempo per essere ‘pronto’. Per questo è bene che si tratti di una persona che abbia già ‘le mani in pasta’. E io ho un’esperienza ventennale in Oms…”.