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Disturbi udito non curato costano 21 mld l’anno. Ecco il Vademecum

Disturbi udito non curato costano 21 mld l’anno. Ecco il Vademecum

Disturbi udito non curato costano 21 mld l’anno. Ecco il Vademecum
| martedì 4 Luglio 2017

industrial-1636403_960_720Un “macigno” da 750 miliardi di dollari. È il peso economico dei disturbi dell’udito trascurati, che in un anno raggiunge una cifra pari al prodotto interno lordo di un Paese come l’Olanda ed e’ pari alla somma della spesa sanitaria di Brasile e Cina. Un impatto impressionante, che si stima superi i 21 miliardi di euro all’anno in Italia e i 178 miliardi di euro nell’Unione Europea. A lanciare l’allarme e’ l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ che, in occasione della Giornata Mondiale dell’Udito 2017 (venerdi’ 3 marzo), sottolinea come sia il momento di agire contro i disturbi uditivi (Action for hearing loss: make a sound investment).

Contrastare l’ipoacusia e’ infatti necessario per limitare gli impatti legati a isolamento e difficolta’ di comunicazione, perdita di produttivita’ sul lavoro e difficolta’ scolastiche. Per questo motivo gli esperti diffondono il piccolo vademecum “Udito ben curato, futuro guadagnato” che, promosso da Amplifon, suggerisce 5 linee d’azione per limitare l’impatto dei disturbi uditivi. “Ogni anno si perdono 750 miliardi di dollari nel mondo, oltre 21 miliardi di euro solo in Italia, per disturbi dell’udito non trattati. Si tratta di uno ‘spreco uditivo’ enorme, che impressiona, ma che non deve sorprendere. Infatti la funzione uditiva- afferma Carlo Antonio Leone, direttore Unita Operativa Complessa Ospedaliera di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-facciale, Ospedale Monaldi Napoli, Presidente della Societa’ Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale- svolge un ruolo centrale in tutto l’arco della vita delle persone e ignorare eventuali deficit puo’ avere un grosso impatto a livello sociale e, dunque, economico. Ad esempio, i problemi dell’udito rendono difficile comunicare e possono favorire l’isolamento e la depressione, determinando cosi’ anche un possibile aumento del consumo dei farmaci antidepressivi. Da non sottovalutare poi l’impatto che l’ipoacusia puo’ avere a scuola e sul lavoro, influenzando negativamente le performance e determinando in alcuni casi il pensionamento anticipato. Inoltre i deficit uditivi possono accelerare, in particolare nei soggetti anziani, il decadimento cognitivo ed aumentare il rischio di cadute”.

festival-517197_960_720Una perdita uditiva trascurata puo’ alzare barriere sociali, nel campo dell’educazione, del lavoro e in molti ambiti della vita. Nei bambini, ad esempio, l’udito e’ fondamentale per acquisire il linguaggio: i disturbi durante l’infanzia e l’adolescenza possono causare riduzioni nella capacita’ di attenzione e di concentrazione, difficolta’ di lettura e di comprensione, con conseguenze negative sul rendimento scolastico. Una gestione tempestiva dell’ipoacusia, invece, incide positivamente sulle capacita’ di apprendimento. Anche negli adulti prendersi cura dell’udito puo’ ridurre il rischio di isolamento e di depressione, che nelle persone che non sentono bene e’ due volte piu’ alto rispetto a chi ci sente.

La ridotta capacita’ uditiva non adeguatamente trattata si associa, inoltre, ad una maggiore probabilita’ di declino cognitivo, che puo’ essere fino a cinque volte maggiore nei casi gravi di ipoacusia. Infine, anche sul lavoro e’ necessario intervenire: le stime, infatti, indicano come una persona con difficolta’ uditiva abbia il doppio delle probabilita’ di essere disoccupato. “Di fronte alle possibili conseguenze negative dell’ipocausia non trattata- aggiunge Carlo Antonio Leone- e’ essenziale agire precocemente per curarla e ridurne l’impatto. Alla nascita gli screening uditivi dovrebbero diventare la prassi, cosi’ da individuare un eventuale problema e risolverlo precocemente, mettendo il bambino nelle condizioni di acquisire correttamente le capacita’ linguistiche. I controlli audiologici periodici sono poi fondamentali non solo tra i piu’ anziani, ma anche nella fascia d’eta’ tra i 40 e i 65 anni, perche’ permettono di individuare e di correggere l’eventuale deficit prima che questo si aggravi. In caso di un’ipoacusia riconosciuta, anche di medio grado, e’ opportuno ricorrere alle piu’ opportune soluzioni uditive, come si farebbe per gli occhiali di fronte a un difetto della vista. Praticamente invisibili e ipertecnologiche, le protesi moderne sono capaci di restituire le capacita’ uditive, migliorando la qualita’ di vita delle persone”.

I controlli periodici giocano un ruolo centrale nella riduzione dell’impatto dei problemi di udito, cosi’ come la diagnosi e gli interventi precoci: piu’ di 6 casi di ipoacusia su 10 potrebbero essere evitati se venissero adottate adeguate misure preventive1. Sono dunque necessarie iniziative di educazione per dare vita gia’ tra i banchi di scuola ad attivita’ di sensibilizzazione su una corretta “ecologia sonora”. È cosi’ nato, ad esempio, il progetto “Oggi ti sento bene” che, promosso da Amplifon nelle prime due classi di 300 istituti scolastici italiani, mette a disposizione di insegnati e bambini un kit educativo per promuovere, giocando con suoni e immagini, il benessere dell’udito.

 

PICCOLO VADEMECUM “UDITO BEN CURATO, FUTURO GUADAGNATO

Promosso da Amplifon con la consulenza del professore Carlo Antonio Leone: 5 linee d’azione per limitare l’impatto dell’ipoacusia trascurata.

  • Alla nascita gli screening uditivi devono diventare la prassi per riconoscere fin da subito un eventuale disturbo.
  • Diffondere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul benessere uditivo nelle scuole italiane per educare i piu’ giovani a proteggere il proprio udito.
  • Sottoporsi a un controllo audiologico almeno una volta all’anno.
  • Intervenire con la piu’ opportuna soluzione uditiva, personalizzando l’apparecchio anche in caso di un’ipoacusia di medio grado.
  • Importanza di un servizio di qualita’ e di un approccio multidisciplinare al disturbo uditivo, perche’ l’ipoacusia puo’ spesso associarsi ad altri problemi di salute come depressione, diabete, declino cognitivo e rischio di cadute.

(Comunicati/Dire)

Foto in copertina: https://www.flickr.com/photos/dick-sijtsma/

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