L’analisi di Giulio Lancioni del Comitato tecnico scientifico ed etico della Lega del Filo d’Oro: “La loro utilita’ dipende dai traguardi che le persona con disabilita’ riesce a raggiungere”. Se parlera’ a Roma, dal 4 al 6 ottobre, in occasione della prima Conferenza internazionale (RED.SOC.)
ROMA – Cresce l’interesse verso l’uso di tecnologie assistive nei percorsi di diagnosi e di intervento educativo e riabilitativo con persone con disabilita’: cosi’, la Lega del Filo d’Oro, insieme con la casa editrice Taylor & Francis, organizza presso l’Universita’ Pontificia Salesiana di Roma, dal 4 al 6 ottobre, la prima Conferenza internazionale sulle tecnologie assistive per la disabilita’.-L’occasione e’ la pubblicazione di un numero speciale dell’International Journal of Developmental Disabilities sul tema delle tecnologie assistive curato dal professore Giulio Lancioni del Dipartimento di Scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso dell’Universita’ di Bari, componente del Comitato tecnico scientifico ed etico della Lega del Filo d’Oro e responsabile scientifico della conferenza.
“La Lega del Filo d’Oro da molti anni utilizza questi sistemi per dare la possibilita’ anche alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali di interagire con il mondo esterno ed essere il piu’ possibile inserite nel contesto sociale”, spiega Lancioni.L’obiettivo, spiega il professore, sara’ valutare il rapporto tra disabilita’ e tecnologie assistive e le conseguenti implicazioni sia nel percorso scolastico sia nel percorso post-scolastico: “Le tecnologie assistive – ribadisce Lancioni – portano integrazione: per molte persone sono l’unico modo per farsi capire dagli altri, dimostrando di potere interagire”.
Il passaggio fondamentale e’ comprendere che per far si’ che una persona con disabilita’ possa svolgere un’attivita’ intera, deve scomporla in piu’ passaggi e portarne a termine uno alla volta: le tecnologie assistive intervengono proprio in questa dinamica. “Capita spesso di vedere centri diurni in cui le persone con una o piu’ disabilita’ psicosensoriali non facciano praticamente nulla. Il punto e’ che potrebbero fare molto di piu’, se fossero messe nelle condizioni. Non si puo’ pretendere che portino subito a termine un’attivita’, ma si puo’ lavorare insieme perche’ ne realizzino, passo dopo passo, le varie fasi: questo grazie adeguate tecnologie assistive”.
Secondo Lancioni, la tecnologia e’ imprescindibile, ma deve essere legata a una programmazione precisa che includa sia la formazione delle persone con disabilita’, sia la formazione del personale che di quelle persone si prende cura: “La tecnologia assistiva e’ fatta su misura, deve rispondere esattamente alle necessita’ di ogni singola persona che ne faccia richiesta. Tutto e’ assolutamente personalizzato, per questo la preparazione deve essere fatta in una determinata maniera. E su questo c’e’ molto da lavorare”.
Cosi’, la conferenza non sara’ solo l’occasione per presentare strumenti tecnologici, ma servira’ soprattutto a capire come sono stati applicati e con che risultati: di fronte ai risultati, si decidera’ come muoversi: “Insomma, si passera’ dall’osservazione all’azione”.
E l’Italia come si colloca in questo campo? “Siamo all’avanguardia, disponiamo di tecnologie molto avanzate. Ma servono anche strumenti molto piu’ semplici, che possano essere utilizzati anche da insegnanti, operatori, familiari e amici di persone con disabilita’ senza una laurea in ingegneria”.
Questa, secondo Lancioni, e’ la vera sfida da lanciare in prospettiva. Sono 4, spiega, le caratteristiche che deve avere la strumentazione per essere realmente utile. In primis, deve essere adeguata e personalizzata. Poi deve essere “friendly” per chi la usa: “La persona con disabilita’ che se ne serve deve essere contenta e percepire di fare progressi. Deve essere gratificante, premiare gli sforzi messi in campo per raggiungere quel traguardo”.
Ancora, deve avere costi abbordabili. Infine, deve essere facile da utilizzare anche per gli operatori e i familiari. “Solo cosi’ si potra’ raggiungere un’adeguata diffusione e funzionalita’”. L’evento e’ aperto a tutti i professionisti che lavorano con persone con disabilita’, come psicologi, medici, infermieri, esperti della riabilitazione, ingegneri e terapisti occupazionali. (Ambra Notari) (www.redattoresociale.it)