Novita’ in arrivo per i pubblici dipendenti per cio’ che concerne la risoluzione del contratto di lavoro per motivi disciplinari:
- per “gravi o reiterate violazioni dei codici di comportamento”
- per “la violazione dei doveri relativi all’attuazione del Piano di prevenzione della corruzione”
- per “commissione dolosa, o gravemente colposa“.
Sono questi gli ulteriori casi di licenziamento disciplinare oltre a quelli già previsti dalla Legge Brunetta, introdotti nella nuova bozza del Testo Unico del pubblico impiego, che attua la riforma Madia.
Previste inoltre sanzioni anche per il dirigente che non procede con l’azione disciplinare in caso di illecito segnalato. “Il mancato esercizio o senza giustificato motivo, degli atti del procedimento disciplinare”, “ovvero a valutazioni manifestamente irragionevoli di insussistenza dell’illecito in relazione a condotte aventi oggettiva e palese rilevanza disciplinare, comporta, per i soggetti responsabili, l’applicazione della sospensione dal servizio fino ad massimo di tre mesi, salva la maggiore sanzione del licenziamento”.
Il licenziamento disciplinare è previsto anche per “la reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, che abbia determinato l’applicazione, in sede disciplinare, della sospensione dal servizio per un periodo complessivo superiore a un anno nell’arco di un biennio”. Infine, si aggiunge un altro caso ovvero “insufficiente rendimento rilevato dalla reiterata valutazione negativa della performance del dipendente nell’arco dell’ultimo triennio, ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2009”.
Fonte: Adnkronos
In copertina foto flickr.com/palazzochigi