ROMA – “La bambina aveva dei problemi, ma poteva essere vaccinata. Sicuramente se non avesse avuto il morbillo non sarebbe morta ad aprile“. È il commento di Alberto Villani, primario di Pediatria all’ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della Società italiana di Pediatria, interpellato dall’agenzia Dire sul caso di una bambina di 9 anni morta lo scorso aprile all’ospedale pediatrico romano a causa delle complicanze dovute al morbillo contro cui non era vaccinata. La bimba, residente nel comune di Latina, era affetta da una malattia genetica chiamata ‘cromosomopatia’ ed era stata ricoverata il 19 aprile. Il caso risale a due mesi fa, ma la notizia è emersa solo ora.
“Queste situazioni sono un fatto culturale- ha proseguito Villani. Quello che va sottolineato, secondo me, è che deve cambiare la cultura sanitaria, bisogna cioè fare in modo che tutti insieme, e i giornalisti in questo hanno un ruolo molto importante, si riesca a creare un clima di serenità intorno alle vaccinazioni, che sono una eccellente opportunità e come tale deve essere vissuta da tutti”.
“Altrimenti è chiaro che dinanzi a bufale, invenzioni e ogni sorta una volta sarà il genitore, un’altra volta sarà il medico più dubbioso, un’altra volta ancora il giornalista e questo crea il clima culturale per cui un bambino- ha concluso- che deve essere vaccinato possa non esserlo”. DIRE