In Campania la mortalita’ per cirrosi epatica ed epatocarcinoma e’ piu’ elevata rispetto alla media nazionale: si stima che in Campania siano 100.000 i soggetti portatori di infezione da Hcv.
Grazie all’impiego delle nuove terapie e l’impegno dei clinici e delle istituzioni, negli ultimi tre anni sono stati guariti dall’infezione 97.300 pazienti in Italia, di cui quasi 13.000 in Campania.
Di questo e delle ultimissime novita’ in termini di diagnosi e cura delle malattie di fegato presentate a Washington DC, all’annuale riunione Aasld conclusasi lo scorso 24 ottobre, si parlera’ nel corso del convegno ‘L’epatologia nel III millennio’, giunto alla sesta edizione, in programma a Napoli venerdi’ 3 e sabato 4 novembre.
Il corso quest’anno si occupera’ in particolare delle strategie di eliminazione radicale del virus C e della loro sostenibilita’ economica, delle manifestazioni extra-epatiche dell’infezione da Hcv e delle loro possibili terapie e, infine, della steatosi epatica non alcolica (Nafld o fegato grasso) che rappresenta l’aspetto epatico della sindrome metabolica, vera e crescente epidemia dell’era moderna.
I lavori del convegno sono in programma al Centro Congressi Federico II in via Partenope. Negli stessi giorni, poi, sul lungomare di via Caracciolo l’Aigo Campania, in collaborazione con l’associazione dei pazienti EpaC e l’Asl Napoli 1 Centro, mettera’ a disposizione unita’ informative allo scopo di sensibilizzare la popolazione e allo stesso tempo effettuare, ai soggetti interessati,i test salivari per l’individuazione dell’Epatite C.
“Oggi – spiega Ernesto Claar, epatologo presso l’Ospedale Evangelico Betania – grazie al Piano di eradicazione dell’infezione da Hcv, l’Agenzia Italiana del Farmaco consente il trattamento con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta a tutti i pazienti, indipendentemente dalla gravita’ della malattia di fegato. Il 75% dei soggetti con infezione da Hcv puo’ presentare manifestazioni extraepatiche quali diabete, demenza, problemi cardiovascolari, danno renale ed ematologici; l’eradicazione dell’Hcv si traduce in un beneficio clinico globale ed ad una riduzione della mortalita’”.
Il dato campano si ascrive in una situazione internazionale per cui nel mondo ogni anno muoiono 1.400.000 persone per epatite virale, mentre gli infetti da Hbv ed Hcv sono quasi 400 milioni. Un’epidemia che ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ a lanciare il programma Towards the elimination of epatitis B e C by 2030, che ha come obiettivo quello di assicurare nei prossimi 13 anni la terapia dell’HBV e dell’HCV all’80% dei pazienti, con una previsione di ridurre del 90% le nuove infezioni e del 65% il tasso di mortalita’ entro il 2030.
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