Prende il via ufficialmente il percorso che portera’ all’integrazione delle quattro Aziende sanitarie di Bologna. Il governatore Stefano Bonaccini, il rettore dell’Alma Mater, Francesco Ubertini, e il presidente della Conferenza socio-sanitaria metropolitana, Luca Rizzo Nervo, hanno firmato questa mattina a Palazzo D’Accursio l’accordo di programma che da’ il ‘la’ all’operazione.
A maggio e’ stato istituito il nucleo di progetto, di cui fanno parte i quattro direttori generali delle aziende e tre esperti (Marzia Cavazza, Gianluca Fiorentini e Francesco Taroni), che avra’ il compito di realizzare uno studio di fattibilita’ per individuare le forme migliori di integrazione. Una prima analisi dovra’ gia’ essere pronta il prossimo dicembre, il rapporto conclusivo arrivera’ entro giugno 2018. L’obiettivo principale e’ la “razionalizzazione delle reti ospedaliere”, attraverso una “revisione dei modelli organizzativi dell’assistenza distrettuale” e una maggiore integrazione dei percorsi e delle reti cliniche. Questo per garantire migliore “efficienza, continuita’ assistenziale, sicurezza e qualita’”.
Si punta inoltre a “caratterizzare maggiormente e integrare tra loro le vocazioni” degli ospedali dell’area metropolitana e ad “adottare modelli organizzativi che favoriscano una collaborazione istituzionale piu’ solida nelle attivita’ di ricerca e didattica”. Infine, si vuole “integrare in modo piu’ efficace le attivita’ degli Irccs all’interno delle reti cliniche dell’area metropolitana”. Da qui a parlare di fusione, come inizialmente e’ stato fatto, dei grandi ospedali di Bologna (Maggiore e Sant’Orsola) o delle Ausl di Bologna e Imola, non appare pero’ cosi’ scontato.
“Io non ho mai parlato di fusione- mette in chiaro l’assessore regionale alla Sanita’, Sergio Venturi- la fusione e’ un tema che riguarda l’assetto complessivo e istituzionale delle Aziende. Questa decisione la prendera’ la politica, sulla base delle indicazioni che verranno dal gruppo di lavoro che, immagino, portera’ molte opzioni. Non abbiamo fatto questo gruppo per fondere alcunche’, pero’ abbiamo bisogno di avere un assetto che sia pronto per i prossimi 20 anni se vogliamo essere ancora una grande eccellenza”.
Un’operazione, assicura Venturi, che non e’ fatta “per evocare risparmi. Abbiamo pero’ bisogno che si creino reti di collaborazione tra gli ospedali di Bologna e con Imola: ognuno deve avere il suo ruolo, al servizio di tutta la citta’ metropolitana ma anche di tutta la regione, perche’ Bologna rappresenta il fulcro di tutta la rete ospedaliera dell’Emilia-Romagna”.
Sulla stessa linea e’ anche il Rettore. “Dobbiamo guardare avanti- afferma Ubertini– con questo accordo si apre un percorso che deve farci arrivare all’integrazione migliore possibile, in modo da garantire formazione, assistenza e ricerca di standard europeo per i prossimi 50 anni”.
Per Bonaccini, “questo e’ un progetto che non puo’ che fare del bene alla qualita’ della sanita’ del territorio”. Il presidente assicura che “raccoglieremo tutte le osservazioni, i suggerimenti e ci confronteremo con tutte le parti coinvolte, a partire da chi rappresenta il mondo del lavoro”. E poi ribadisce: “In Emilia-Romagna non chiuderemo alcun ospedale, anzi ne apriremo di nuovi e rafforzeremo le strutture esistenti”.
Soddisfatto il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che qualche mese fa per primo lancio’ il sasso, parlando della necessita’ di riunificare il Maggiore e il Sant’Orsola. L’integrazione della sanita’ bolognese, dice oggi Merola a Palazzo D’Accursio, “e’ un passaggio a cui teniamo molto, un fatto determinante che dara’ frutti positivi”.
Sulla fusione vera e propria degli ospedali frena anche Rizzo Nervo. “Partiamo dalle premesse, non dalla fine- sottolinea l’assessore e presidente della Conferenza socio-sanitaria di Bologna- prima dobbiamo capire quali diversi modelli di integrazione sono possibili. Nel quadro delle proposte del gruppo tecnico, la politica fara’ le sue scelte”. La benedizione al progetto viene anche da Imola. “La nostra sanita’ e’ unica nel panorama nazionale- afferma il sindaco Daniele Manca- l’integrazione delle diverse realta’ e’ un dovere, con questo progetto si da’ il via a un’esperienza decisiva per il futuro sviluppo economico del territorio”. (San/ Dire)