Il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze Baretta rilancia il piano del governo. E fa appello alle regioni e al mondo delle associazioni di volontariato, perche’ “guardino con occhio benevolo alle novita’ introdotte” e “si giunga al piu’ presto ad un accordo”. Le critiche della campagna “Mettiamoci in gioco” (RED.SOC.)
Milano – “La riforma punta a ridurre l’offerta di gioco e delle sale: e questo e’ un passo avanti, anche se non potremo certo risolvere tutti i problemi in una sola volta”: Pierpaolo Baretta, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, interviene a Milano per rilanciare il piano del Governo per una nuova regolamentazione del gioco d’azzardo. E fa appello alle Regioni e al mondo delle associazioni di volontariato, da anni impegnate nella denuncia dei danni sociali causati dalle slot machine, perche’ “guardino con occhio benevolo alle novita’ introdotte” e “si giunga al piu’ presto ad un accordo”.
Il Piano prevede la riduzione del 30% del numero di slot machine (che passerebbero cosi’ da poco piu’ di 400 mila a circa 250 mila) e la chiusura di circa la meta’ delle sale da gioco. Le macchinette poi sparirebbero da ristoranti, bar o circoli. Il Piano prevede inoltre la classificazione delle sale da gioco in A e B: le prime risponderebbero a requisiti piu’ severi al fine di tutelare i giocatori e garantire che i minori non abbiano accesso. Per le sale di tipo A non ci sarebbero piu’ limitazioni di distanza dai luoghi sensibili. Le videolottery non verranno invece ridotte, ma si punta solo a diminuire l’importo massimo delle giocate.
Il Piano e’ pero’ gia’ stato criticato dalla campagna Mettiamoci in gioco, perche’ non darebbe garanzie di una effettiva riduzione del gioco. Critiche ribadite ieri, nell’incontro organizzato dal Partito democratico della Lombardia, da don Virginio Colmegna, referente regionale di Mettiamoci in gioco. “La riduzione deve essere complessiva, sia per le slot machine che le videolottery – ha sottolineato-. Inoltre bisogna vietare la pubblicita’ e le sponsorizzazioni sportive. Non siamo per il no a priori, ma vanno poste attenzioni ad alcune criticita’”. Per Angela Fioroni, di Legautonomie, e’ necessario inoltre “pensare a un progetto di riconversione dell’industria del gioco. Non basta prevedere una riduzione, ma arrivare a dare alternative occupazionali”. (Dp) (www.redattoresociale.it) 10:39 07-03-17 NNNN
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