Le apnee notturne espongono chi ne soffre a importanti rischi cardiaci che vengono accentuati, in caso di intervento chirurgico in anestesia generale, nel postoperatorio. Diventa dunque fondamentale gia’ al momento della visita preoperatoria identificare i pazienti a maggior rischio ed essere in grado di riconoscerne i segnali, se il paziente non e’ al corrente della sua situazione.
Infatti parte del problema sta proprio nel ‘sommerso’, perche’ i pazienti consapevoli si presentano alla visita con una polisonnografia che attesta il problema (si tratta dell’esame specifico per l’OSA, l’Obstructive Sleep Apnea): oggi si stima che l’80% delle persone ignori di soffrirne.
I fattori che possono determinare questa patologia sono diversi: anomalie craniofacciali, obesita’, genere (ne soffrono di piu’ gli uomini) ed eta’, perche’ con il passare degli anni si perde il tono muscolare delle vie aeree. Il paziente che soffre di e’ critico tanto quanto quello che soffre di asma e soprattutto nel postoperatorio il rischio di complicazioni e’ concreto.
Quindi che cosa fare? Esistono delle linee guida cui e’ necessario affidarsi: un questionario durante la visita preoperatoria, una buona comunicazione tra tutti i professionisti che trattano quel paziente in modo da prevenire e affrontare l’eventuale difficolta’ (ad esempio la gestione delle vie aeree, se possibile preferire un’anestesia loco regionale invece della generale, monitorizzare costantemente il paziente per un tempo piu’ prolungato ed evitare di fare assumere al paziente una posizione supina dopo l’intervento).
In conclusione, l’inquadramento del paziente, soggetto a russamento o ad apnee notturne, e’ fondamentale durante la visita preoperatoria: queste condizioni devono essere adeguatamente indagate e valutate ai fini di un percorso operatorio predisposto nella massima sicurezza possibile. (Ekp/ Dire) 13:33 26-05-17 NNNN