Si chiama Zaky e arriva dagli Stati Uniti. L’ha ordinato l’associazione Cucciolo e ricorda il tocco della mamma negli incubatori
È una delle sensazioni più belle che si possano sperimentare nella vita, è il ricordo più intimo che ci si porta dietro dall’infanzia. È la carezza della propria mamma. Un tocco unico, un profumo inconfondibile, un calore umano senza eguali. A maggior ragione per i bimbi nati prematuri, che da oggi, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, avranno a disposizione uno strumento pensato perché le carezze delle loro mamme possano seguirli anche negli incubatori. Un regalo ai piccoli pazienti del policlinico in occasione della Giornata della prematurità, che si celebra in tutto il mondo.
Si chiama Zaky e viene dagli Stati Uniti. A ordinarlo per posta è stata l’associazione Cucciolo, che si occupa di assistenza ai bambini nati pretermine, in accordo con i reparti di neonatologia e terapia intensiva neonatale del Sant’Orsola. A vederlo, Zaky sembra quasi un grande guanto da forno, anche se non è cavo. Ha la forma di una grande mano ed è fatto in fibra sintetica ipoallergenica.
Ma a cosa serve? “Zaky riproduce dentro l’incubatore il tocco della mamma, aiuta la termoregolazione del neonato e soprattutto lo calma e lo tranquillizza, diminuendo lo stress dovuto al distacco”, spiega Michela Mian, presidente di Cucciolo. Al policlinico bolognese ne sono arrivati dieci paia, cioè due guanti per ciascuna delle dieci incubatrici della terapia intensiva neonatale. E d’ora in avanti diventeranno parte integrante delle termoculle.
In pratica, questo oggetto di tessuto, a metà tra un guanto e una copertina, continua ad “accarezzare” i bimbi che si trovano nelle incubatrici anche quando la loro mamma non può essere fisicamente lì con loro. “I piccoli, nelle prime fasi di vita, hanno bisogno di essere toccati, manipolati con delicatezza, accarezzati – continua Mian – A maggior ragione ne hanno bisogno i piccoli venuti al mondo prematuramente. Il tocco della madre li rilassa e aiuta a regolarizzare il loro battito cardiaco”.
Per questo, fondamentale è che il guanto prenda l’odore della mamma, perché l’olfatto dei neonati è già sviluppatissimo e grazie a questo senso i piccoli conoscono e riconoscono la propria genitrice. Il guanto viene tenuto a contatto della pelle e del corpo della madre, in modo da assorbirne il profumo. Così, una volta riscaldato e posto attorno al bambino, questi avrà l’impressione di essere sempre tra le braccia della sua mamma.
Fonte: La Repubblica