ROMA – Le sigarette elettroniche non sono innocue e non è provato che aiutino a smettere di fumare. Anzi, spesso i tabagisti finiscono per utilizzare entrambe: sia le classiche ‘bionde’ sia le sigarette di ultima generazione. E il danno al sistema respiratorio non può che aumentare. A mettere in guardia Paola Martucci, responsabile del gruppo di studio Aipo, che ha fatto il punto della situazione durante il congresso nazionale dell’associazione pneumologi ospedalieri italiani, in corso in questi giorni a Bologna.
“Con la sigaretta elettronica si aprono nuovi scenari- spiega Martucci, parlando alla ‘Dire’ a margine del convegno- oggi il tema è di grande interesse”, anche perché “non se ne sa abbastanza”. Le sigarette elettroniche vengono usate, ad esempio, “senza conoscerne l’efficacia per smettere di fumare”. Anzi, segnala l’esperta, “in molti casi si registra un uso duale“, cioè si utilizzano parallelamente sia il tabacco sia le e-cig. “E questo può essere pericoloso”, avverte Martucci.
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La dottoressa ricorda i risultati di una recente indagine Doxa, secondo cui tra i cosiddetti utilizzatori duali, gli ex fumatori che hanno ricominciato con le sigarette (sia tradizionali che elettroniche) sono il 25%, a cui si aggiungono coloro che non fumavano e che sono diventati consumatori duali (18%). Inoltre, il 10,7% di chi consuma solo sigarette elettroniche prima non era fumatore. Traducendo le statistiche, questo significa che le e-cig “aprono le porte al fumo”, spiega Martucci, e “avvicinano alle sigarette” anche chi in precedenza non era tabagista. In particolare, la sigaretta elettronica sta facendo “breccia soprattutto tra i giovani, anche perché va di moda”.
Non è scientificamente provato, però, che la sigaretta elettronica sia meno dannosa della ‘bionda’ tradizionale. Di sicuro, avverte l’esperta Aipo, “non è innocua”. E anche il possibile pericolo derivante dal fumo passivo “non deve essere sottostimato”. Ad oggi, non è stato esteso alle sigarette elettroniche il divieto di utilizzo nei locali pubblici imposto dalla legge Sirchia. Va detto però che “i vapori prodotti dal riscaldamento possono contenere formaldeide“, che è una sostanza cancerogena, anche se in concentrazione minore rispetto alle sigarette tradizionali.
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I nuovi modelli di e-cig, segnala Martucci, hanno la possibilità di “aumentare il voltaggio per sprigionare un vapore più intenso” e, di conseguenza, “aumenta anche la quantità di formaldeide” emessa. Sulle e-cig è cauto anche l’Istituto superiore di sanità. “Non abbiamo dati scientifici sicuri sulle sigarette elettroniche- sottolinea la responsabile del Centro nazionale dipendenze, Roberta Pacifici, ospite del congresso Aipo- non sappiamo che effetti possono avere a lungo termine nè ne conosciamo l’efficacia per smettere di fumare. Ad oggi gli studi sono contraddittori. Non essendoci combustione, il prodotto è potenzialmente meno tossico. Però vengono usati aromi che normalmente sono utilizzati per gli alimenti, che sono considerati sicuri se ingeriti ma non se ne conoscono gli effetti se inalati”.