I detrattori della scienza la usano come strumento per convincere gli incerti a sposare la causa della medicina naturale. L’acqua ossigenata, il cui nome scientifico è perossido di idrogeno, è diventata oggetto di propaganda negli ultimi anni. Diversi siti ne raccomandano un impiego per «purificare» l’organismo. Ma il suo utilizzo, soprattutto ad alte concentrazioni, rischia di risultare fatale. Questa è la conclusione principale che emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista «Annals of Emergency Medicine».
Embolie, infarti e ictus cerebrali sono complicanze vascolari che possono essere determinate dall’ingestione di elevate concentrazioni di perossido di idrogeno, sostanza che in medicina viene utilizzata soprattutto per curare ferite ed escoriazioni (antisettico). La notizia giunge dalla ricerca coordinata da Benjamin Hatten, tossicologo dell’Università del Colorado e primo autore della pubblicazione, in cui sono stati diffusi i risultati del monitoraggio delle segnalazioni avverse raccolte nei centri antiveleno provocate dall’acqua ossigenata.
S’è così evinto che quasi il 14 per cento dei casi segnalati erano stati accompagnati da eventi embolici, mentre il 6,8 per cento dei pazienti era poi deceduto o rimasto disabile. Minori ripercussioni avevano accompagnato chi era stato trattato nel giro di poche ore in camera iperbarica. Dall’analisi completa delle conseguenze dell’avvelenamento, è emerso che difficoltà respiratorie, convulsioni ed embolie polmonari sono eventi altrettanto gravi che possono accompagnare l’ingestione di acqua ossigenata.
Attenzione soprattutto ai bambini
Oltre all’utilizzo inteso come «naturale», l’acqua ossigenata può essere ingerita per sbaglio, soprattutto da parte dei bambini. Motivo per cui «non deve mai essere conservata in frigorifero – chiosa Hatten -. Si tratta di un liquido corrosivo, che i bambini tendono spesso a confondere con l’acqua minerale. Ecco perché converrebbe tapparlo con un tappo colorato o usare una bottiglia differente che permetta subito il riconoscimento».
FONTE LA STAMPA