A un minor riposo corrisponde un aumento del rischio di incidenti per cui sulle strade il rischio accresce sempre di più. Mettersi al volante con meno di 5 ore di riposo produce lo stesso effetto della guida da ubriachi.
La Foundation for Traffic Safety, fondazione statunitense, ha redatto una relazione in cui si sostiene che un soggetto che dorme cinque o sei ore ha il doppio delle probabilità di fare un incidente nelle successive 24 ore rispetto a uno che ne dorme sette o otto.
Tale resoconto si basa su l’analisi di 4500 incidenti che hanno visto coinvolte più di 7.000 persone. Analizzando i dati è risultato che ad ogni ora di sonno sottratta rispetto alle 7 raccomandate il rischio di incidente raddoppia. Secondo gli esperti dormire 6 ore innalza il rischio di incidente a 1,3 volte, dormire 4 ore lo porta a 4,3 mentre al di sotto delle 4 ore il rischio di andare a sbattere diventa 11,5 volte maggiore.
Jake Nelson, uno degli autori di tale rapporto, afferma “Chi non riesce a mantenere un salutare ritmo del sonno può voler dire mettere se stessi o gli altri in grave rischio. La ricerca ha dimostrato che sotto le cinque ore di sonno si ha lo stesso rischio che guidando ubriachi”.
La Fondazione sottolinea l’importanza di cogliere i sintomi per capire se sta per arrivare un colpo di sonno mentre si è alla guida; tali sintomi sono:
- difficoltà a tenere gli occhi aperti;
- difficoltà a mantenere la corsia di marcia;
- difficoltà a ricordare gli ultimi chilometri percorsi
ma nel 50% dei casi sembra che il colpo di sonno possa colpire nsenza nessun segno premonitore.
Pertanto viene consigliato di:
- viaggiare ad orari in cui normalmente si è svegli;
- fare una pausa ogni due ore;
- quando possibile viaggiare con un passeggero sveglio e guidare a turno;
- evitare cibi pesanti;
- evitare farmaci che compromettono l’attenzione.
Un ulteriore studio italiano pubblicato su Plos One, realizzato grazie alla convenzione tra la multinazionale CNH-Industrial IVECO e il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova del professor Gianluigi Mancardi, è stato ideato e coordinato dal neurologo Sergio Garbarino e vi hanno collaborato il Professor Nicola Magnavita dell’Università Cattolica di Roma e il Professor Paolo Durando del Dipartimento di Scienze della Salute di Genova. Da tale studio emerge che i disturbi del sonno e la sonnolenza diurna, a volte collegabili a patologie come le apnee notturne, possono incrementare significativamente (fino a 4 volte in più) il rischio di fare incidenti stradali.
Tale dato risulta essere importante in considerazione del fatto che solo in Italia nel 2015 si sono verificati 174.000 incidenti stradali e di questi 12.180 sono stati provocati da autisti affetti dalla Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS), questi incidenti hanno riscontrato circa 240 morti e 17.224 feriti accertati.
Lo studio effettuato su circa 950 autotrasportatori, considera tutte le problematiche che influiscono sulla capacità di guida:
- apnea notturna,
- carenza cronica di sonno e sonnolenza diurna.
I ricercatori hanno analizzato anche il numero di ore effettivamente dormite e la quantità di sonno desiderata, per calcolare il debito di sonno. I dati emersi hanno messo in evidenza che dormendo due ore meno del dovuto (quindi non più di sei a notte) raddoppia il rischio incidenti, lo triplica con tre ore in meno di sonno a notte rispetto a quelle necessarie, e per chi dorme quattro o ancor meno ore il rischio quadruplica.
Spiega il professor Magnavita “In generale si ritiene che sia necessario dormire tra le sei e le otto ore al giorno, ma ognuno ha le sue abitudini. Per calcolare la carenza di sonno abbiamo chiesto ai camionisti quanto avrebbero voluto dormire e quanto avevano dormito”.
Infine lo studio conferma che il “riposino pomeridiano” è utile, ma solo se ha una durata di 20 minuti.
L’Osservatorio Internazionale della Salute (O.I.S.) che ha realizzato un’indagine sui medici di diverse specializzazioni per analizzare conoscenze, pareri e atteggiamenti in merito a questa grave ma ancora poco conosciuta patologia, di cui il russamento è la prima importante spia, ha rivelato che cica l’80% dei Medici italiani pensa di avere pazienti affetti da OSAS. Tale sindrome si caratterizza con il temporaneo collasso di alcune strutture anatomiche della gola, condizione che impedisce all’aria di entrare nei polmoni provocando intermittenti riduzioni della quantità di ossigeno nel sangue.
Tale condizione non solo ha ripercussioni serie per la salute, dall’ipertensione arteriosa e, in pazienti predisposti, a patologie ischemiche cardiache (angina, infarto), poiché la frammentazione del sonno che ne consegue, determina una diminuzione marcata della quantità di sonno REM inducendo stanchezza e sonnolenza durante il giorno, al punto tale da mettere a repentaglio la sicurezza di chi guida. Secondo l’ Automobile Club Italia (ACI), la sonnolenza eccessiva viene associata, come fattore diretto o indiretto, approssimativamente a 1/5° degli incidenti stradali ed è una delle cause principali di incidenti mortali nelle nostre autostrade.
Una ricerca, pubblicata sulla rivista Chronic Respiratory Disease, condotta da Università di Genova, Ministero degli Interni, Istituto Superiore di Sanità e altre istituzioni sanitarie, rivela che l’OSAS causa in media ogni anno circa il 7% degli incidenti stradali con morti e feriti, causando oltre 200 decessi e 12mila lesionati.
Articolo a cura di Laura Berti
Fonte: http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2016/12/06/mancanza-sonno-aumenta-rischio-incidenti-auto-come-alcol_6756ee27-36cd-4e64-9a0a-0f10647dd7f7.html