ROMA – “Sono ore sempre più difficili quelle che sta vivendo il popolo siriano stremato da quasi 6 anni di guerra e morte. Se davvero la battaglia di Aleppo è finita non possiamo non domandarci quanti sono i bambini ancora intrappolati in città, quante le vittime innocenti, gli abusi, le violenze e quali sono le condizioni di migliaia di sfollati in questo momento in fuga?”. Così Andrea Iacomini, Portavoce dell’Unicef Italia che aggiunge.
“Si è forse conclusa una battaglia- aggiunge Iacomini- ma non la guerra e il mondo non può continuare ad assistere a questo scempio. Ci sono altre 15 città sotto assedio, i bambini sono mutilati, uccisi senza pietà, gravemente scioccati da tutto quello che stanno vivendo come la perdita di genitori o parenti che spesso vengono giustiziati a freddo, torturati o costretti alla fuga”. Ospedali, scuole, operatori umanitari sono per Iacomini “tutti vittime di questa guerra, la più grave strage di bambini dal dopoguerra ad oggi, senza dubbio peggiore della Bosnia o del Ruanda”.
“Rivolgo- prosegue il portavoce- un appello agli italiani, perchè alla giusta ma momentanea indignazione che deriva dalle immagini e dalle notizie di queste ore che giungono da Aleppo uniscano gesti concreti, facciano sentire in tutte le piazze e in tutti i Comuni il proprio grido di condanna e indignazione di fronte ad un conflitto che il popolo siriano non ha voluto”.
“Mi rivolgo al nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella- continua Iacomini- affinchè ancora una volta, come già in passato, si unisca a noi nel denunciare con la sua voce alta, autorevole, i crimini perpetrati in quel Paese ogni giorno ai danni di bambini innocenti. In queste fasi di dura lotta politica mi rivolgo al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni affinchè assuma la guida di una forte richiesta di pace da parte del Governo italiano e a tutti i parlamentari affinchè trovino unità almeno sulla necessità di alleviare le pene di 6 milioni di bambini colpiti dalla guerra siriana nonchè a tutte le agenzie umanitarie impegnate in Italia e in Siria affinchè trovino una sola voce per fermare queste atrocità”.
“E’ giunto il momento di alzarsi tutti in piedi, fuori da ogni considerazione geopolitica o di parte, per chiedere la fine di questa mattanza, di questo genocidio – conclude Iacomini – che ha prodotto forse la morte di oltre 50 mila bambini, perchè, come disse Padre Dall’Oglio in uno de suoi interventi, ‘La Siria grida al mondo: pace!’”. DIRE