Ancora una volta le notizie di cronaca evidenziano comportamenti di infermieri accusati di aver provocato la morte di pazienti ricoverati. Il tema è stato affrontato da quasi tutti i mezzi di comunicazioni.
Tra i tanti interventi vogliamo segnalarne uno che ci ha colpito per la delicatezza dei toni e per l’equilibrio di opinione su un tema che desta allarme e che non può essere affrontato unicamente con ridondanti titoli di giornali. Si tratta di una risposta – sulle pagine di “Quotidiano.net”- del vice direttore Beppe Boni ad una lettera inviata alla redazione di un cittadino, allarmato dai fatti di cronaca.
L’infermiere, come il medico, è il mestiere più delicato del mondo. I professionisti che lavorano negli ospedali sono coloro a cui si aggrappa l’umanità che soffre, sono coloro che al di là delle competenze, possono dare forza con un sorriso ai malati o gettarli nella disperazione per mancanza di attenzione. E’ un mestiere in cui serve tanto equilibrio. Gli infermieri killer sono episodi limite anche se diffusi. E’ sotto accusa Fausta Bonino a Piombino (13 morti), è stata condannata all’ergastolo Daniela Poggiali a Lugo (1 decesso e altri 10 sotto la lente), uccideva con l’insulina Angelo Stazzi a Tivoli (5 casi). L’elenco è lungo. Ecco perchè, per rispetto a tanti professionisti seri, sarebbe giusto allestire un controllo periodico dal punto di vista psicologico. Lo ha proposto anche l’assessore alla sanità dell’Emilia Romagna, Sergio Venturi: test ogni 5 anni. Ma pochi pazzi per fortuna non screditano una intera categoria.
Beppe Boni, vice direttore de ‘il Resto del Carlino’
Fonte: Quotidiano.net