“È prioritario che i programmi di vaccinazione raggiungano anche i bambini rifugiati e migranti, una responsabilita’ di tutti gli stati gia’ identificata nella strategia globale per la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti”. A dirlo e’ Flavia Bustreo, vice direttore generale Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Oms, Flavia Bustreo, intervenendo alla 71esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione del primo summit dedicato all’emergenza rifugiati e migranti nel mondo, al via oggi a New York.
“Le vaccinazioni, pero’- prosegue Bustreo- richiedono una copertura ad alto livello, piu’ bambini riceveranno le loro dosi, minori saranno le possibilita’ che siano esposti a malattie come la difterite, il morbillo e la meningite, che per i piu’ piccoli, se non vaccinati possono diventare mortali, si diffondano poi in tutta la popolazione. Questo ci porta al cuore del problema per rifugiati e migranti. Il rischio che queste malattie si trasmettano e’ solito aumentare quando grandi gruppi di persone si muovono, vivono in luoghi sovraffollati o sospendono il loro ciclo di vaccinazioni”. Con un record di 65,3 milioni di sfollati in tutto il mondo, intanto, garantire livelli adeguati di vaccinazione tra i bambini migranti e’ una sfida in molte parti del mondo.
“I bambini coinvolti in emergenze umanitarie- aggiunge ancora Bustreo- hanno molte piu’ probabilita’ di interrompere il ciclo di vaccinazioni rispetto a quelli che vivono in un ambiente stabile. Perdere queste vaccinazioni espone i bambini al rischio di contrarre una malattia infettiva, come ad esempio la polmonite o la diarrea che possono diventare mortali”.
I bambini, e’ emerso dalla 71esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, rappresentano un terzo dei 50mila rifugiati, richiedenti asilo e migranti che attualmente vivono in Grecia. I piu’ vulnerabili sono i bambini piccoli che non hanno ancora ricevuto alcuna vaccinazione perche’ l”assistenza sanitaria nel loro Paese e’ stata interrotta da disordini civili e guerre. Lo scorso anno in Iraq piu’ di 340mila bambini non hanno ricevuto la loro terza iniezione di vaccino per la poliomielite attraverso i servizi standard a causa delle crisi che affliggono il paese.
Infatti, non solo i vaccini salvano un grande numero di vite, ma sono anche economicamente vantaggiosi, relativamente facile da consegnare e, in molti casi, forniscono una protezione per tutta la vita. Come rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo riuniti a New York in occasione del summit, al termine del quale gli Stati membri adotteranno una dichiarazione che contiene una serie di principi e impegni e che costituira’ la base per arrivare alla firma di un Global Compact entro il 2018, l’Organizzazione mondiale della sanita’ si impegna “ad assicurare che venga data la rilevanza che merita al tema centrale della salute e della vaccinazione”. Inoltre, e’ di vitale importanza estendere “il programma di vaccinazione previsto a rifugiati e migranti anche per le nazioni ospitanti, indipendentemente dalla loro situazione legale. Queste misure proteggeranno non solo migranti e rifugiati in fuga, ma anche le comunita’ del Paese ospitante, dove esistono ancora differenze rispetto alle vaccinazioni”. (Cds/Dire)