“Oggi è una bellissima giornata, perché le strutture che abbiamo inaugurato sono un esempio di come si possa reggere la sfida per la sostenibilità del sistema senza perdere la nostra ricchezza, e cioè la sua universalità”. Così Beatrice Lorenzin, al termine della sua visita a Bologna, nel corso della quale ha inaugurato il nuovo Polo Cardio-Toraco-Vascolare al Policlinico di Sant’Orsola e il Laboratorio Unico Metropolitano (L.U.M.) all’Ospedale Maggiore.
Accompagnata da Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, Mario Cavalli, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Chiara Gibertoni, Direttore Generale dell’Azienda USL di Bologna, Daniele Manca, Sindaco di Imola, Virginio Merola, Sindaco di Bologna, Luca Rizzo Nervo, Assessore alla Sanità e al Welfare del Comune di Bologna, Francesco Ubertini, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, Sergio Venturi, Assessore regionale alle Politiche per la salute, il Ministro ha aperto la sua giornata bolognese al Polo Cardio-Toraco-Vascolare.
Il Polo riunisce nove Unità operative: Cardiochirurgia, Cardiochirurgia Pediatrica e dell’Età Evolutiva, Cardiologia, Cardiologia Pediatrica e dell’Età Evolutiva, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Radiologia, Anestesiologia e Rianimazione e Pneumologia interventistica. Offre 135 posti letto di degenza e 49 in area intensiva e semintensiva e può contare su 6 sale operatorie e 5 sale di diagnostica ed interventistica avanzata (2 sale ibride e 3 sale emodinamica) ad altissima tecnologia. “Il nuovo Polo del Policlinico di Sant’Orsola – ha spiegato Mario Cavalli – si candida ad essere un punto di riferimento a livello nazionale per tutte le attività di cardiochirurgia, chirurgia toracica e vascolare. Lo sarà per il comfort della struttura, le tecnologie di livello europeo ma anche per la scelta forte di puntare sulla multidisciplinarietà, sul lavoro di squadra che, grazie ad un’organizzazione per livelli di intensità di cure, favorirà la collaborazione tra professionisti e metterà davvero il paziente al centro dei percorsi di trattamento”.
Appuntamento successivo al Laboratorio Unico Metropolitano presso l’Ospedale Maggiore, dove il Ministro ha visitato i due piani dedicati alla diagnostica, soffermandosi in particolare al piano terra, dove batte il cuore del LUM con l’area ad alta automazione, il Corelab. Qui il Ministro ha potuto assistere al percorso compiuto dai campioni biologici dal loro arrivo sino alle linee completamente automatizzate lungo le quali le provette scorrono come vagoni ferroviari intelligenti su una rete che non richiede l’intervento del manovratore. “Il LUM – ha dichiarato Chiara Gibertoni – è un progetto di successo e il suo successo lo dobbiamo in massima parte al mix di competenze, entusiasmo e determinazione con il quale la comunità professionale bolognese, senza distinzioni né confini tra le quattro Aziende sanitarie che lo hanno costituito, ha accettato questa sfida. E’ una esperienza che abbiamo già replicato in altri ambiti – ha concluso Gibertoni – penso al Servizio Amministrativo Unico Metropolitano, e continueremo ad utilizzare come modello, convinti come siamo della necessità di riprogettare l’offerta nel territorio della provincia di Bologna secondo la logica della messa in rete”.
La giornata bolognese del Ministro Lorenzin si è conclusa con un incontro pubblico, nella nuova Aula Magna dell’Ospedale Maggiore, gremita di operatori della sanità pubblica bolognese, direttori generali, sanitari ed amministrativi delle Aziende sanitarie emiliano-romagnole, rappresentanti del mondo accademico, delle Associazioni e delle Istituzioni, tra i quali Sindaci, Parlamentari, il Prefetto Ennio Mario Sodano e l’Arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Maria Zuppi.
(Fonte Ausl di Bologna)
Di seguito le foto dell’inaugurazione del nuovo Polo Cardio toraco vascolare (Fonte Policlinico S.Orsola)
Di seguito le foto dell’inaugurazione del LUM (Fonte Ausl Bologna)
Il nuovo Polo del Sant’Orsola
Il Polo Cardio-Toraco-Vascolare (oltre 40mila metri quadrati di superficie) ospita attualmente 135 posti letto di degenza e 49 in area intensiva e semintensiva. Dal punto di vista organizzativo, è stato progettato e realizzato per ospitare nove unità operative, prima dislocate in diversi padiglioni del Policlinico: Cardiochirurgia, Cardiochirurgia pediatrica e dell’Età evolutiva, Cardiologia, Cardiologia pediatrica e dell’Età evolutiva, Radiologia, Anestesiologia e Rianimazione e Pneumologia interventistica.L’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna è sede di riferimento regionale (Hub) per le funzioni di cardiochirurgia e cardiologia clinica e interventistica, per l’età adulta e pediatrica, e per l’attività di trapianto di cuore e di polmone. La nuova struttura, costruita con tutti i requisiti strutturali, impiantistici e tecnologici richiesti dall’accreditamento istituzionale, ha permesso di creare una sede unificata per la diagnostica, il ricovero ordinario e intensivo, le operazioni e gli interventi. Attraverso la disponibilità delle nuove sale ibride, potranno essere ulteriormente implementati interventi con l’uso di tecniche endovascolari e percutanee in ambito cardiovascolare. Dal punto di vista organizzativo, il nuovo Polo è stato progettato per intensità di cure e complessità assistenziale. Le degenze non sono così più suddivise tra i reparti, secondo le specializzazioni dei professionisti, ma in base alle esigenze di cura dei pazienti. Al medico specializzato nella patologia principale del malato resta in capo la responsabilità di tutto il percorso diagnostico e terapeutico; si tratta di un’organizzazione che incentiva la collaborazione tra medici, infermieri e personale di supporto, per trovare insieme la miglior soluzione ai problemi del paziente che viene posto così davvero al centro dell’ospedale.
Il nuovo Laboratorio Unico Metropolitano del Maggiore (LUM)
La filosofia che ha guidato la scelta di tutta la tecnologia del LUM (articolato in quattro piani, con oltre 5mila metri quadrati di superficie) è stata all’insegna dell’automazione, della standardizzazione, della sicurezza, oltre che della qualità del risultato analitico. Particolare attenzione è andata agli aspetti legati alla tracciabilità dei campioni e alla tracciabilità dei reagenti per assicurare la vigilanza sui Dispositivi Medico-Diagnostici in Vitro: in caso di recall o di alert è possibile rintracciare in Laboratorio lo specifico lotto e, nel caso in cui fosse già stato utilizzato, è possibile vedere per quali campioni/pazienti è stato impiegato. Gli apparecchi per la conservazione a temperatura controllata del materiale e dei campioni sono dotati di sistema di monitoraggio e di allarme che permette l’immediata segnalazione di avarie o variazioni di temperatura.
Il LUM è costituito da una rete di 12 laboratori organizzati nel modello Hub, situato presso il Maggiore di Bologna, e 11 laboratori Spoke presenti all’interno dei presidi ospedalieri del territorio metropolitano. Svolge una attività complessiva di 22 milioni di esami l’anno per soddisfare le necessità di cura di un milione di cittadini. Ogni giorno la rete dei laboratori LUM riceve 28000 campioni biologici. Il laboratorio Hub dell’Ospedale Maggiore riceve quotidianamente 14000 provette provenienti da tutti i punti prelievo metropolitani e dai presidi ospedalieri del territorio per la esecuzione di circa 1500 diverse tipologie di indagini di primo livello di chimica clinica, ematologia, coagulazione ed esami specialistici. Il LUM è stato realizzato con appalto di costruzione e gestione (concessione) della durata di 10 anni (2015-2025), con gara bandita dall’Azienda Usl di Bologna. Il costo totale della struttura è di 6 milioni e 900mila euro circa.
(Fonte ER Salute)