Aumentano i giocatori patologici che chiedono aiuto alla sanita’ bolognese, anche se diminuiscono i nuovi accessi. Ma soprattutto, e’ in crescita la quota di persone che abbandona i percorsi di recupero: quasi uno su tre.
A certificarlo e’ il Rapporto 2015 sulle dipendenze nell’area metropolitana di Bologna realizzato dall’Osservatorio epidemiologico dell’Ausl e presentato questa mattina dal direttore Raimondo Pavarin. Nel 2015 sono stati 171 gli utenti Sert per ludopatia, contro i 145 dell’anno prima, ma diminuiscono i nuovi accessi: 50,3% contro 55,9%.
Diminuisce anche l’eta’ media dei giocatori (45 contro 48,5 anni) e sono in calo le donne. Il 33% sono persone sposate, il 44% ha un’alta scolarita’ (diploma superiore o laurea) e il 16,4% e” disoccupato, in aumento rispetto all’11,7% dell’anno prima. Il programma di recupero dura in media otto mesi (erano sei), ma il 28% abbandona in corso: le persone che rinunciano sono in aumento rispetto al 2014 (erano il 26%). Si dimezza inoltre la percentuale di persone che, oltre al gioco, hanno anche altre dipendenze (dal 7% scende al 3% in un anno).
L’aumento degli accessi ai servizi e’ “piu’ contenuto rispetto agli anni precedenti- sottolinea Pavarin- chi arriva sono giocatori puri, uno su tre ha avuto anche altri disturbi psichici. Ma un conto e’ chi gioca e si rovina, un conto e’ chi sviluppa dei problemi e decide di andarsi a curare”. E aggiunge: “Il fatto che aumentino le persone che vanno ai servizi vuol dire che i servizi funzionano bene”.
Secondo lo studio dell’osservatorio, nel periodo 2000-2015 sono 548 le persone che hanno chiesto aiuto per dipendenza dal gioco. Di questi, la maggior parte si e’ rivolta al Sert. Uno su tre ha avuto anche altri disturbi psichici (28,7%), soprattutto depressione (10%), disturbi del comportamento (4,4%) e schizofrenia (2,9%). Il 7,7% ha anche problemi di abuso di sostanze, il 10% con ”alcol. (San/ Dire)