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La ricetta per aumentare il PIL è dormire di più

La ricetta per aumentare il PIL è dormire di più

La ricetta per aumentare il PIL è dormire di più
| domenica 4 Dicembre 2016

Qual è il miglior modo per aumentare il prodotto interno lordo di un Paese? Semplice, dormendo di più. Un risultato a prima vista paradossale che nasconde però un fondo di verità. Secondo un recente report della RAND Corporation, un organismo no profit che si occupa di analisi politica ed economica, la mancanza cronica di sonno tipica della società attuale può costare quasi il 3% del prodotto interno lordo. Un esempio? In Giappone, nazione dove gran parte della popolazione dorme meno di quanto dovrebbe, le poche ore di sonno causano la perdita di oltre 138 miliardi di dollari all’anno.

Mai sotto le sette ore

Secondo il report le perdite economiche correlate alla mancanza di sonno da ricondurre essenzialmente a due ragioni: da un lato dormire poco causa l’insorgenza di diversi disturbi patologici, dall’altro la stanchezza accumulata si ripercuote sulla produttività lavorativa. Secondo gli esperti del CDC, il Center for Disease Control an Prevention la mancanza di sonno è oggi un serio problema di salute pubblica. Mancanza che può causare seri problemi di salute quando l’abitudine di andare a letto molto tardi -magari dopo aver passato tutta la sera al computer- porta a dormire meno di sette ore. Il parere degli esperti, su quanto stare nel letto, è unanime: per un buon riposo servono dalle 7 alle 9 ore.

Gli effetti dello scarso riposo

Dormire poco è innanzitutto dannoso per il nostro cervello: le persone che dormono un tempo insufficiente per diverse notti non riescono ad eseguire esercizi mentali complessi rispetto a chi dorme almeno 7 ore. La privazione del sonno può anche causare irritabilità, diminuzione della libido e scarsa capacità di giudizio. A risentirne è però anche il cuore: il sistema vegetativo tra le tante attività regola anche la pressione sanguigna. Nella notte anch’esso «riposa» e la pressione diminuisce. Meno tempo si trascorre a letto e più alte saranno le probabilità di non fare riposare questo sistema e portare, alla lunga, allo sviluppo dell’ipertensione. Altro sistema particolarmente sensibile al poco riposo è quello immunitario: diverse ricerche mostrano che le persone la cui qualità del sonno è scadente hanno maggiori probabilità di ammalarsi in seguito al contatto con virus e batteri. Infine, dato da non trascurare, è quello relativo agli incidenti: il colpo di sonno, nella sola Italia, causa mille morti l’anno e un numero dieci volte superiore di feriti.

Dormire per risparmiare

Combinando gli effetti delle poche ore di sonno sulla salute -e quindi delle spese mediche che ne derivano- con la ridotta produttività lavorativa, il quadro che emerge dall’analisi della RAND Corporation lascia poco spazio alle interpretazioni. Prendendo in esame diverse nazioni è emerso che negli Stati Uniti la carenza cronica di sonno costa il 2,28% del PIL (pari a 411 miliardi di dollari). In Germania e Inghilterra l’1,86 e 1,56% rispettivamente. Fanalino di coda il Giappone con il 2,92%. Se vogliamo risparmiare cominciamo dunque a dormire.

FONTE LA STAMPA

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