La Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato il disegno di legge “Norme varie in materia sanitaria” d’iniziativa governativa presentato dal ministro Lorenzin unificando nel testo approvato parte larga di analoghi provvedimenti presentati da quasi tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione; ora il testo approvato va all’esame dell’Aula del Senato dove sarà calendarizzato al più presto.
“Si tratta – ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – di misure attese da tempo dai cittadini e da tutti gli operatori del mondo sanitario. Per questo sono particolarmente felice dell’approvazione, dopo un lungo iter che ha garantito il necessario dibattito parlamentare e gli approfondimenti, presso la 12° Commissione Senato, del disegno di legge che porta il mio nome. Ringrazio – ha concluso – tutti i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato per il lavoro svolto e in particolare la Presidente De Biasi, che ha svolto il ruolo di relatore del ddl e auspico che il provvedimento possa essere esaminato e approvato, in tempi brevi, dall’Aula”.
“E’ un provvedimento atteso da decenni – afferma il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo che sta seguendo per il Governo Renzi l’iter parlamentare del provvedimento – che affronta questioni rilevanti dell’assetto sanitario offrendo risposte puntuali e largamente condivise. Ringrazio la relatrice del provvedimento, la senatrice Emilia Di Biasi, presidente della stessa Commissione, per l’ottimo e appassionato lavoro svolto e i senatori della Commissione i quali hanno votato il testo all’unanimità dei presenti”.
“Finalmente abbiamo raggiunto questo primo importante step – dichiara la sentarice Annalisa Silvestro, membro del Comitato centrale Ipasvi e past president della Federazione Ipasvi -. Ci sono aspetti che ancora potranno essere migliorati in Aula a Palazzo Madama o nel passaggio alla Camera, ma speriamo che ora che la strada è stata imboccata si possa giungere alla chiuusra definitva dell’iter al più presto, al massimo entro l’anno”.
Il provvedimento, in particolare affronta il tema degli ordini e professioni sanitarie, oltre un milione di professionisti, avviando una loro riforma organica con un intervento diretto di riordino per il riassetto della normativa vigente risalente alla legge istitutiva degli ordini di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, allo scopo di rendere, in maniera immediata, il sistema più aderente alle attuali esigenze odierne in particolare per quanto attiene all’interesse dei cittadini utenti.
E’ un ammodernamento della disciplina ordinistica delle professioni sanitarie in un contesto derivante che he scaturisce peraltro dai principi recati dalla direttiva 2005/36/CE, recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, nonché dalle proposte di modifica della predetta direttiva, tra le quali figura la previsione di un sistema di allerta per comportamenti non coerenti con la deontologia professionale.
Si tratta di professioni che per la loro specificità rispetto ad altri ordinamenti professionali, garantendo un bene/diritto costituzionalmente garantito quale la salute, necessitano del mantenimento del ruolo di garanzia della qualità del livello di professionalità.
La proposta di legge non propone l’istituzione di nuovi enti pubblici bensì effettua e le seguenti operazione di ammodernamento:
a) adegua la normativa di riferimento agli ordini vigilati dal Ministero della salute in riferimento al loro funzionamento interno;
b) muta la denominazione di collegio in ordine per effetto del mutato quadro ordinamentale e formativo.
Con l’intervento operato si sostituisce gran parte del predetto decreto legislativo n. 233 del 1946, inoltre, si dispone che tali enti pubblici non economici sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e sottoposti alla vigilanza del ministero della Salute. Promuovono e assicurano l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità dell’esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei princìpi etici dell’esercizio professionale indicati nei co-dici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva.
Tra i compiti assegnati ai predetti enti figurano la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni e la verifica del possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale, la valutazione delle attività di formazione continua, il rafforzamento dei codici deontologici, la trasparenza della comunicazione, l’istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell’autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi uffici istruttori di albo cui partecipa, oltre agli iscritti a tal scopo sorteggiati, anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal Ministro della salute.
Inoltre si trasformano gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in ordini delle medesime professioni e relative federazioni nazionali accorpando in un medesimo ordine, quello dei tecnici sanitari di radiologia medica professioni tra loro omogenee e compatibili, quali le professioni sanitarie tecniche, della prevenzione e della riabilitazione che pur regolamentate non hanno ancora albi professionali. Infine è prevista l’istituzione delle nuove professioni sanitarie di osteopata e chiropratico.
Completa il quadro il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi, nonché l’istituzione dell’albo dei fisici nell’ordine dei chimici il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del Ministero della Salute.
Gli altri interventi riguardano la razionalizzare e semplificare le procedure amministrative in tema di sperimentazione dei medicinali ad uso umano, la previsione che, in occasione dell’aggiornamento del dPCM LEA (ormai giunto alla conclusione del proprio iter), devono essere inserite le procedure di controllo del dolore nella fase travaglio-parto, ricorrendo, previo consenso informato e fatta salva la libertà di scelta delle partorienti, alle tecniche di anestesia locoregionale, l’inasprimento delle sanzioni penali per chi compie reati ai danni delle persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture socio sanitarie residenziali o semi- residenziali, la previsione di specifiche disposizioni in materia di formazione medica specialistica, puntando anche a nuove modalità – da definire con Accordo Stato-Regioni – volte ad inserire i medici in formazione specialistica all’interno delle aziende del SSN e quella che il conseguimento di più lauree o diplomi da diritto all’esercizio cumulativo delle corrispondenti professioni o arti sanitarie presso le farmacie, ad eccezione dei professionisti abilitati alla prescrizione dei medicinali (in sintesi non è consentito ai medici l’esercizio della professione di farmacista).