Si chiamerà NISS, Nucleo di Intervento Sanitario Speciale ed avrà base a Vicenza. La prima esperienza in Italia prendera’ il via giovedi 8 settembre.
Una squadra di pronto intervento sanitario, medici, infermieri e personale del Suem (Servizio urgenza emergenza medica) con competenze per affrontare un evento terroristico o per trattare vittime di esplosioni.
Una vera e propria novità in Italia nata dall’idea del Direttore del Suem, il dottor Federico Politi e dalla sua esperienza personale.
Politi infatti ha unito la sua esperienza come medico militare ai tanti corsi di emergenza e di medicina delle catastrofi condotti in Israele e negli Stati Uniti.
I componenti del Nucleo – 50 dipendenti circa del Suem – sono stati formati per essere operativi nel caso di un attacco terroristico. Tra gli argomenti di approfondimento: conoscenza delle armi utilizzate dai terroristi, gli effetti delle esplosioni, come muoversi in certe circostanze evitando di essere bersagli.
Alla base l’idea che l’intervento in determinati contesti terroristici fosse completamente diverso rispetto a situazioni “ordinarie” di soccorso, come ad esempio incidenti stradali. Gli operatori sono esposti a un pericolo estremo, quindi vanno attrezzati ad operare in modo diverso dal solito.
Particolari anche le dotazioni: infatti al Suem di Vicenza sono arrivati kit di ideazione militare che consentono interventi per bloccare emorragie e tamponare ferite in pochi secondi.
Per preparare il personale, l’Usl ha studiato a fondo gli effetti sui feriti negli attacchi più recenti, da Nizza a Bruxelles al Bataclan di Parigi. In caso di attentato, il personale è stato formato a procedere a sirene e lampeggianti spenti, ad attendere in sicurezza le «bonifiche» della polizia, ad intervenire strisciando o camminando carponi, a rimuovere i feriti il più velocemente possibile per metterli in punti sicuri.
Anche il nuovo logo Niss, nero con lo stemma regionale del 118 su un fondo giallo fluorescente e gli indumenti scuri sono parte della “strategia” di intervento: medici e infermieri devono il più possibile non fare da bersaglio ai terroristi, per poter salvare altre vite.
Fonte: Corriere di Verona
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