“Portiamo riflessioni e ci battiamo contro il settarismo. Nel mondo della scuola abbiamo 300 mila dislessici, 400 mila minori con disturbi del linguaggio e 650 mila con difficolta’ diverse. Stiamo parlando di 1.350.000 bambini con difficolta’ su una popolazione di 8.000.000 di studenti. Questi 300 mila bambini dislessici sono dichiarati dislessici ad origine genetica, mentre poi si tratta soprattutto di bambini che vanno a scuola un anno prima (gli anticipatari). Dove stiamo andando?”. Parte con questa riflessione Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), dando il via al XVII convegno nazionale in corso a Roma. “Il nostro convegno vuole collegare diagnosi e terapia facendo della diagnosi il primo momento terapeutico e della terapia una continua revisione del processo diagnostico. Dobbiamo riapropriarci di quelle conoscenze che per troppo tempo sono state oscurate- afferma Castelbianco- e che ora sono dimostrate clinicamente dalle neuroscienze. In questo evento portiamo le proposte che nascono dalle esperienze cliniche e le riflessioni che tengono conto dello sviluppo dei bambini, dell”ambiente, dei disagi, delle diagnosi e dei disturbi”
Ben prima del convegno dell’IdO “Pier Aldo Rovatti, un filosofo della scienza, ha scritto: ”È beffarda la categoria di ”rischio” precoce e prevenzione”. Adesso nella popolazione 0-10 anni abbiamo un altro problema- sottolinea lo psicoterapeuta- c’e’ una diagnosi psichiatrica della malattia mentale nel 15% dei casi. Parliamo di due milioni di diagnosi- ripete Castelbianco-, dobbiamo quindi pensare che un bambino su 4 stia male? Rovatti aveva immaginato questa situazione- ricorda il direttore dell’IdO-, aveva immaginato l’abbassamento delle soglie patologiche, parlando anche dell’esercito dei nuovi malati”.
Accanto a lui c’e’ un altro studioso, Allen Frances, noto psichiatra americano, che ha parlato “di diagnosi prescrittive e poco rigorose. Ascoltiamoli- consiglia il direttore dell’IdO- perche’ come sottolinea Frances ”una diagnosi mal fatta catapulta il paziente in un girone infernale di trattamenti dannosi'”. L’emergenza oggi, secondo Castelbianco, “e’ educativa. Ci troviamo di fronte al silenzio degli adulti. Gli adulti hanno rinunciato progressivamente ad educare. Ovviamente un bambino non educato mette in atto comportamenti inadeguati che sono poi considerati patologici. Stiamo arrivando cosi” a circa 2 milioni di diagnosi di malattia mentale. E’ necessario separare i disturbi reali dai disagi determinati dalla societa”. Oggi non si fa piu’ l’anamnesi- denuncia lo psicoterapeuta-, a questi bambini non si chiede nulla della sua storia, si fa solo la fotografia del qui ed ora. Questa e’ la diagnosi? Il silenzio assordante di noi ”esperti” di fronte a diagnosi e terapie superficiali- conclude- attribuisce e conferma al solo bambino la responsabilita’ della sua diagnosi”. (Rac/ Dire)