Reggio Emilia, 21 settembre 2016 – . L’apparecchiatura sarà utilizzata per lo svolgimento di biopsie nei casi in cui l’esame mammografico abbia destato negli specialisti un sospetto oppure anche soltanto un dubbio diagnostico di formazione maligna.
Il Mammotome sarà operativo nei casi di lesioni mammarie non palpabili ma visibili soltanto con mammografia. “È un modello di ultima generazione che garantisce minima invasività nello svolgimento dell’indagine” spiega Rita Vacondio, responsabile della struttura semplice di mammografia e screening mammografico del Santa Maria Nuova: “Sostituirà l’apparecchiatura sinora in uso, anch’essa efficace nel campionamento del tessuto mammario e nella riduzione della formazione di ematomi conseguenti al prelievo ma, tuttavia, meno evoluta”.
Il nuovo modello offre il beneficio del prelievo di un quantitativo maggiore di tessuto in minor tempo, a tutto vantaggio della paziente. Il risultato è ottenuto con sonde di diverso e maggior calibro (aghi di prelievo), migliore accuratezza nel raggiungimento di punti di difficile accesso, riduzione quasi totale del rischio di contaminazione biologica per contatto con il sangue e, dunque, maggiore sicurezza per le pazienti e per gli operatori sanitari. Mammotome opera in abbinamento con un sistema radiografico stereotassico che garantisce la precisa individuazione tridimensionale della parte di tessuto da prelevare. L’esito della biopsia, che gli anatomo-patologi rendono disponibile in qualche giorno, indica le necessità terapeutiche.
In un anno sono circa 47mila700 le donne che si sottopongono, nella nostra provincia, allo screening per la diagnosi precoce, il 43% delle quali effettuano la mammografia al Santa Maria Nuova. Ancora nella nostra provincia sono circa 500 le diagnosi di tumore infiltrante al seno annualmente confermate e 80 quelle c.d. in situ, allo stadio iniziale. Delle circa 180 biopsie effettuate annualmente al Santa Maria Nuova, il 40% risultano negative evidenziando soltanto normali calcificazioni.
Il progetto SENOnALTRO dell’Associazione Vittorio Lodini ha raggiunto l’obiettivo di donare questo dispositivo mettendo a disposizione la somma di 46mila euro grazie alla generosità di aziende e associazioni quali: Salvaterra Eventi, SIPON Scandiano, Cantina Medici Ermete, Cantine Casali/Massimo Casali, Cantina Il Moro/Rinaldini, Cantina di Albinea/Canali, Cantina di Puianello, Micropallinatura di Gattatico, Italgomma di Parma, Matrix s.r.l. Clevertech di Cadelbosco, Palfinger Reggio Emilia, Proloco di Reggiolo, C.A.I. di Reggio Emilia/Cascina Colle Quercia e tutte le persone che sostenuto le iniziative di raccolta fondi. Ha espresso soddisfazione il Presidente Saverio Ricciardi “Siamo particolarmente contenti di aver portato a compimento, con la condivisione di moltissime persone e nell’arco di appena un anno, un progetto al quale tenevamo in modo speciale”.
Il direttore generale Antonella Messori, presente oggi alla formalizzazione della donazione, ha ringraziato i donatori dichiarando “La solidarietà e il sostegno di associazioni generose quali la Vittorio Lodini con SENOnALTRO contribuiscono a consolidare e valorizzare le competenze professionali di questo ospedale a favore dei pazienti, in questo caso delle donne. Dotazioni tecnologiche avanzate ci permettono di migliorare ulteriormente percorsi che esistono già e che sono finalizzati a individuare precocemente la malattia, ottimizzando i risultati delle cure”.
Fonte: ER SALUTE