Come sopravvivere alle notti troppo calde: è difficile ma con alcuni accorgimenti si può stare meglio.
Le notti di grande caldo possono essere una sfida impossibile da superare ma ci sono alcuni rimedi che possono aiutare a dormire in particolare se non si ha un condizionatore.
TEMPERATURA DELLA STANZA
A cominciare dalla temperatura della stanza deve essere mantenuta fresca durante il giorno chiudendo le finestre per non fare entrare aria calda. È importante oscurare i vetri con persiane, tapparelle o tende preferibilmente bianche che riflettono la luce. Si potranno aprire la sera o la mattina presto quando l’aria è più fresca. Le piante possono aiutare ad assorbire il calore su balconi, terrazze e ingresso.
ALIMENTAZIONE
Fondamentale, poi, sarà l’alimentazione serale e l’idratazione come spiega Francesco Fanfulla, direttore del centro di medicina del sonno della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia e vicepresidente dell’associazione italiana medicina del sonno. «È bene mangiare dei cibi leggeri ma nutrienti: eviteremo così di svegliarci nel cuore della notte a causa della fame o a causa di una digestione difficile, causa anch’essa di un aumento della temperatura corporea. Bisogna evitare di assumere bevande alcoliche perché aumentano i risvegli notturni e la percezione del caldo». Sì a frutta, verdura e carboidrati, no a intingoli che costringono ad accedere fornelli e forno, anche gli apparecchi elettronici è bene che rimangano spenti perché producono calore.
LA GINNASTICA
No all’attività fisica alla sera, «perché oltre ad attivare il nostro organismo e rendere difficile l’addormentamento aumenta la vasodilatazione e quindi la percezione del caldo» continua Fanfulla. Prima di dormire si può fare una doccia tiepida, consentirà di abbassare la temperatura generale, senza choc termici che possono avere effetti negativi nei bambini e negli anziani, come precisa il ministero della Salute nei consigli sulle ondate di calore.
SCEGLIERE LE LENZUOLA ADATTE
Importanti, infine sono le lenzuola che devono essere di cotone. Dormire completamente scoperti può essere controproducente: «Al mattino presto, quando la temperatura corporea raggiunge i livelli minimi possiamo avvertire dei brividi di freddo e svegliarci. In questi casi il consiglio è quello di tenersi a portata di mano un lenzuolo di materiale non sintetico, da utilizzare se al mattino presto avvertiamo brividi di freddo». Serve a poco raffreddare il letto con una borsa di acqua fredda, finito l’effetto benefico, si sentirà ancora più caldo.
COME USARE I CONDIZIONATORI
Sono sconsigliate temperature troppo basse, mai fissare la temperatura dei condizionatori sotto i 25 gradi e non bisogna deumidificare troppo l’aria. Il ventilatore non va usato se ci sono più di 32 gradi, stimola la sudorazione e aumenta il rischio di disidratazione se non si beve in gran quantità.
COSA SUCCEDE DURANTE IL SONNO
Ma perché talvolta è così difficile dormire? Siamo di fronte a un meccanismo complesso: «Il nostro ritmo sonno-veglia è regolato da un orologio biologico interno, lo zeitgeber, ed ha una durata di circa 24 ore così come il ritmo della nostra temperatura corporea: questi due ritmi biologici sono connessi tra loro. – spiega il professore – Una diminuzione della nostra temperatura corporea corrisponde a una maggiore propensione al sonno, motivo per cui alcuni possono avvertire freddo quando iniziano ad avere sonno. Nel corso delle 24 ore la nostra temperatura corporea varia tra i 36-36,5 e 37-37,5 °C, raggiungendo i valori più elevati nelle prime ore del pomeriggio e quelli più bassi nelle prime ore del mattino (5-6 ore dopo l’addormentamento)».
APPETITO, EMOZIONI E CALDO
Questi meccanismi risiedono nell’ipotalamo «che regola molte altre funzioni vegetative come l’appetito, le emozioni o i riflessi – conclude Fanfulla – . Qui troviamo due centri di regolazione: il centro termolitico e il centro termogenico; il primo che reagisce in presenza di aumenti della temperatura corporea, mentre il secondo reagisce ad abbassamenti della temperatura corporea, entrambi mettendo in atto dei meccanismi compensatori».