Uno studio dell’università di Washington incorona proprio i gemelli come i più longevi: vivono in media più a lungo dei figli singoli e soprattutto se identici e ancora di più se maschi. L’elisir potrebbe essere proprio la vita a due, che avrebbe lo stesso effetto protettivo che si ipotizza per il matrimonio.
Lo studio è stato pubblicato su ‘Plos One’, spiegano gli autori, è la prima a guardare come incide sull’aspettativa di vita l’essere gemelli. I dati provengono dal Twin Registry danese, una delle più antiche banche dati sui gemelli. Gli Studiosi hanno esaminato 2.932 coppie dello stesso sesso nate in Danimarca tra il 1870 e il 1900 (in modo da vedere tutta la durata della loro vita), e sopravvissute oltre l’età di 10 anni. Sono poi state confrontante l’età al momento della morte con i dati della popolazione danese complessiva. La ricerca, mostra che i gemelli hanno tassi di mortalità più bassi per entrambi i sessi in tutta la loro vita.
L’autore David Sharrow dice che è stato scoperto che a quasi ogni età i gemelli identici (omozigoti) sopravvivono in proporzioni superiori rispetto ai gemelli eterozigoti, i quali a loro volta hanno tassi di sopravvivenza un po’ più alti rispetto alla popolazione generale .L’esperto riflette che i risultati, sembrano suggerire un beneficio per la salute significativo legato alle connessioni sociali più strette. Gli studiosi, per spiegare la longevità dei gemelli , ipotizzano un ‘twin effect’, un effetto ‘scudo’ simile a quello che diversi altri studi hanno suggerito per il matrimonio: essere sposati, è la teoria, agisce come una rete di sicurezza sociale che offre vantaggi psicologici e di salute.
Sharrow osserva che se sul matrimonio resta un quesito sospeso – cioè se è l’anello al dito a rendere più sani o semplicemente le persone sane hanno più probabilità di sposarsi – per i gemelli la questione non si pone perché non si può scegliere di essere in due, semplicemente ci si nasce. Inoltre Sharrow fa riflettere che se c’è un beneficio ad avere qualcuno socialmente vicino e attento a noi, può infatti fornire quel sostegno materiale ed emozionale che porta a migliori risultati di longevità. Sharrow, con il co-autore della ricerca, James Anderson, sono incappati sui dati di longevità dei gemelli conducendo un altro lavoro finalizzato a mettere a punto un modello di mortalità che separasse le diverse cause di morte.
Gli studiosi, hanno osservato, come in particolare i gemelli maschi avessero tassi di mortalità più bassi sia per le cause acute di morte durante i primi anni di vita che per quelle naturali dopo i 65 anni, con una spinta verso la longevità anche maggiore rispetto alle femmine. Sharrow chiarisce che i maschi possono essere coinvolti in comportamenti più rischiosi e quindi hanno più margini di beneficio dall’avere al fianco una persona che gli dà protezione, in questo caso un gemello che li può allontanare da quelle situazioni di pericolo.
In conclusione, il fatto che l’effetto fosse più forte per le coppie omozigote potrebbe invece riflettere la forza del legame sociale. I gemelli omozigoti sono in realtà più vicini degli eterozigoti, se sono ancora più simili, possono essere meglio in grado di prevedere le esigenze del loro doppio. Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging. Gli Studiosi, auspicano ora che i risultati vengano confermati da analisi simili su altre banche dati di gemelli.
FONTE ADNKRONOS