Interviene con preoccupazione la Fondazione GIMBE dopo l’approvazione, avvenuta venerdì scorso, del Documento di Economia e Finanza 2016 (Def), da parte del Consiglio dei Ministri. Un vero e proprio colpo di grazia al Sistema Sanitario Nazionale.
Il Def appena approvato, infatti, conferma il il trend del progressivo definanziamento del servizio sanitario nazionale, che nel 2019 scenderà al 6,5% del Pil, collocando l’Italia in fondo ai paesi Ocse, con il rischio concreto di ridurre l’aspettativa di vita dei cittadini.
“Negli ultimi anni – spiega all’Adnkronos, Nino Cartabellotta, Presidente GIMBE – la sanità ha ricevuto sempre meno di quanto previsto dal documento programmatico del Tesoro. L’esempio del 2016 è paradigmatico: dai 117,6 miliardi stimati dal Def 2013, siamo scesi a 116,1 con il Def 2014 e a 113,4 con il Def 2015, per arrivare a un finanziamento reale di 111 miliardi, comprensivi di 800 milioni da destinare ai nuovi Lea”. Cifre di per sè allarmanti.
“Se le stime del Def su aumento del Pil e spesa sanitaria sono corrette – tira le somme Cartabellotta – al di là di slogan populisti e promesse vane, la chiave di lettura è solo una: crescendo meno del Pil nominale, la spesa sanitaria non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi. Di conseguenza la sanità pubblica, a parità di potere di acquisto, nel prossimo triennio disporrà delle stesse risorse solo se la ripresa economica del Paese raggiungerà previsioni più che ambiziose. In caso negativo, sul Ssn non potranno che abbattersi ulteriori tagli”, avverte.
Attenzione anche al valore ritenuto “soglia” di finanziamento del SSN del 6,5% , al di sotto del quale la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che si hanno ripercussioni sull’aspettativa di vita dei cittadini.
Il tutto, prosegue Cartabellotta, sta avvenendo in un clima “di grande sintonia tra Stato e Regioni”, nascondendo il fatto che il contributo alla finanza pubblica per gli anni 2017-2019 graverà quasi del tutto sulle spalle della sanità. “Siamo indubbiamente di fronte ad una strategica intesa Stato-Regioni, oculatamente non data in pasto ai media. E l’11 febbraio 2016 rischia di passare alla storia come la data in cui Stato e Regioni hanno assestato il colpo di grazia al Ssn”.
Fonte: Adnkronos