“Un gesto di riconoscenza verso la nostra terra”. Questa frase riassume il pensiero che ha spinto i coniugi Otello Burani e Maria Giovetti a compiere uno straordinario gesto di generosità verso il Policlinico di Modena. “Non avendo avuto la fortuna di avere figli, ci siamo a lungo chiesti come avremmo potuto impiegare al meglio i frutti del nostro lavoro”. Fu così che maturò la decisione di destinare una somma alla ristrutturazione del Dipartimento di Chirurgia e dei Trapianti tramite la creazione di un Trust, che venne istituito ufficialmente da Otello Burani e Maria Giovetti il 9 gennaio 2013, individuando come Trustee Bper Trust Company SpA, società del Gruppo BPER. I lavori cominciarono nell’agosto del 2014 e oggi, meno di due anni dopo, il sogno di Otello e Maria è divenuto realtà, dando vita a un reparto destinato alla Degenza Chirurgica ad Alta Intensità e Centro Trapianti di Fegato, dove i pazienti sono già stati trasferiti dal 9 marzo scorso.
UN LASCITO PER LA CITTÀ
E’ un giorno importante per la Sanità modenese, come dimostra l’adesione delle numerose autorità all’inaugurazione. Sono infatti presenti, a fianco del Direttore Generale Ivan Trenti, tra gli altri, il Presidente della CTSS e Sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, l’Assessore alle Politiche per la Salute ed il Presidente della Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi e Stefano Bonaccini, oltre al Direttore Generale del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa e Maurizio Morgillo, Consigliere Delegato di Bper Trust Company SpA. Il taglio del nastro del nuovo reparto si terrà infine in presenza di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena Nonantola.
La superficie interessata da ristrutturazione è stata di circa 1.150 mq e si trova al secondo piano ingresso 2; sono state completate le opere strutturali di consolidamento statico e miglioramento antisismico. Il nuovo reparto di “Degenza Chirurgica ad Alta Intensità e Centro Trapianti di Fegato” è un progetto innovativo ed ambizioso, che consentirà di riorganizzare il Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialità Chirurgiche per “intensità di cura”, in uno spazio omogeneo direttamente connesso in ogni sua componente. Il poter garantire un’assistenza particolare ai pazienti più complessi aumenta il livello della qualità delle cure, peraltro già molto elevato, soprattutto sul versante della profilassi delle infezioni e della intensità dei trattamenti. Il Dipartimento Chirurgico potrà usufruire anche di un settore a media intensità di cure, della Week Surgery e della Day Surgery, tutti dislocati sempre al II piano, in un contesto di continuità e di omogeneità.
COME CAMBIA IL POLICLINICO DI MODENA
“E’ un Policlinico che cambia e si migliora, quello che abbiamo di fronte – ha commentato con gratitudine il direttore generale Ivan Trenti – Un processo graduale e costante, che procede a ritmo spedito. Un puzzle complesso nel quale collochiamo un tassello dopo l’altro, proprio come quello che stiamo posizionando oggi. E’ con grande piacere che salutiamo l’inaugurazione del nuovo reparto di Degenza ad Alta Intensità Chirurgica e Centro Trapianti di Fegato.
La conclusione del percorso che ha portato alla realizzazione di questo fiore all’occhiello per il nostro ospedale ci rende orgogliosi sia in termini di innalzamento della qualità garantita ai nostri pazienti, sia per la connotazione di forte integrazione sociale che ha reso possibile questo risultato. Il gesto di solidarietà dei coniugi Burani e Giovetti è il migliore dei messaggi che una struttura pubblica come il Policlinico possa avere la fortuna di ricevere: denota fiducia da parte dei modenesi nella sanità che rappresentiamo. Il presupposto fondamentale per una relazione reciprocamente efficace con Modena. Il nostro ringraziamento ad Otello e Maria Burani va di pari passo con l’impegno di rendere la sanità modenese ancora più di qualità, grazie al loro eccezionale contributo”.
I MOTIVI DI UNA SCELTA
Una vita, quella di Otello Burani, spesa a lavorare nel settore delle vernici per le carrozzerie, con quella geniale intuizione che gli permise, negli anni ’60, di conquistare la fiducia di Enzo Ferrari e di iniziare una assidua frequentazione dello stabilimento di Maranello. “Ricordo ancora quando il Commendatore mi chiese come intendevo investire il denaro che guadagnavo, non avendo eredi diretti – racconta Burani – Gli risposi che li avrei utilizzati per fare del bene. Sono passati tanti anni da allora, ma la decisione l’ho presa solo di recente, dopo aver avuto purtroppo necessità di recarmi in ospedale. Durante quel periodo, è scattata dentro di me la scintilla ed ho capito che avremmo potuto fare qualcosa di importante per Modena, una terra che ci ha dato tanto.
Ho capito che l’ospedale aveva bisogno di un rinnovato Centro Trapianti e non ho avuto più dubbi: dopo aver preso la decisione, mi sono sentito bene, mi sono sentito leggero”.
Il proposito di Otello ha trovato il sostegno in Maria Giovetti. “Ho piena fiducia in mio marito. Quando mi ha spiegato la sua idea sono stata felicissima: sono sicura che in questo modo potremo aiutare tanta gente”.
“Mi sono recato poche volte in cantiere perché avevo piena fiducia nel Policlinico – l’emozione di Otello Burani – non vedevo l’ora di veder terminato il progetto. Ora che l’ho visto, quasi finito, sono rimasto senza parole, dal gran che è bello”.
IL COMMENTO DELLE AUTORITÀ
“A nome di tutti i cittadini modenesi ringrazio le famiglie Burani e Giovetti – commenta Gian Carlo Muzzarelli, Presidente della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria e Sindaco di Modena – La loro generosità ha consentito la realizzazione di questo intervento, destinato a migliorare ulteriormente il livello qualitativo della nostra sanità, in continua evoluzione per garantire standard assistenziali d’eccellenza. Questo intervento si aggiunge allo sforzo che stiamo compiendo nella rete ospedaliera provinciale per l’acquisizione di tecnologie sanitarie all’avanguardia e per il miglioramento delle strutture”.
“Il Centro trapianti di fegato è un fiore all’occhiello della rete trapianti regionale, per tutto il percorso di assistenza e presa in carico della persona, dal momento della prima visita in ambulatorio al ricovero in ambiente idoneo, alla valutazione della patologia e poi alla terapia, fino al trapianto – evidenzia Sergio Venturi, Assessore regionale alle Politiche per la salute – Ricordo a tutti che l’Emilia-Romagna per il trapianto di fegato, con i Centri di Modena e Bologna e l’attività di donazione della rete regionale, è ai massimi livelli in Italia, garantendo qualità dei processi, sicurezza e trasparenza al pari dei migliori Centri mondiali. Questa nuova struttura, più funzionale rispetto a prima, offre ancora di più ai pazienti nel loro percorso di cura e ai nostri professionisti che ci lavorano un luogo e le condizioni per la migliore presa in carico possibile. Un ringraziamento alla famiglia Otello Burani e Maria Giovetti che, con la loro importante donazione, hanno favorito la realizzazione del Centro trapianti”.
“Voglio ringraziare le persone che hanno permesso questo investimento: i coniugi Otello Burani e Maria Giovetti, che hanno destinato due milioni di euro al Policlinico di Modena – le parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna – La loro generosità è un’impronta di questa terra, che ha saputo con dignità e iniziativa risollevarsi rapidamente dopo il terremoto. Sono la testimonianza di una sensibilità e di una coscienza civile di cui tutti noi siamo orgogliosi, oltre che riconoscenti, perché sono parte di noi, del modo di essere della nostra regione ed è anche grazie a questo che l’Emilia Romagna è da sempre un riferimento”.
EMILIA-ROMAGNA, ECCELLENZA DI UNA RETE NAZIONALE TRAPIANTI DI ALTISSIMA QUALITÀ
“La trapiantologia Italiana rappresenta un’eccellenza del Sistema Sanitario Nazionale perché si fonda su una Rete efficace e di altissima qualità – spiega Alessandro Nanni Costa, Direttore Generale del Centro Nazionale Trapianti – La Rete, su cui oggi il nostro paese può fare affidamento, è stata formalizzata con la legge n°91, 1 aprile 1999, la stessa che istituiva il Centro Nazionale Trapianti.
Diciassette anni fa quella legge fu disegnata ispirandosi proprio al modello organizzativo dell’Emilia Romagna che, già allora, primeggiava non solo per qualità dell’assistenza offerta ai pazienti ma anche in termini di organizzazione e cultura della donazione diffusa tra i cittadini. Il 2015 ha fatto registrare, per i trapianti di fegato, i numeri più altri dal 2011: i trapianti eseguiti nel nostro paese sono stati, infatti, 1.090 (1.067 da cadavere e 23 da vivente).
L’Emilia Romagna è la prima regione in Italia in cui, per il trapianto di fegato, è stato introdotto un algoritmo basato su indagini biologiche (il cosiddetto meld score) indicativo dello status di gravità del paziente come criterio di scelta del candidato al trapianto, a prescindere dal Centro Trapianti di appartenenza. Inoltre l’eccellenza espressa è il risultato della presenza di chirurghi e di internisti del trapianto di fegato certamente tra i più qualificati di tutta Europa. L’Emilia Romagna, regione antesignana anche in questo, sarà anche la prima regione ad avere il «Modello dipartimentale» un’organizzazione che prevede l’unione di più unità operative che condividono know-how, esperienze, risorse umane e finanziarie.
Il Centro Nazionale Trapianti, dunque, guarda alla rete trapiantologica dell’Emilia Romagna con grande stima per lo sguardo sempre attento ai livelli assistenziali da offrire ai cittadini e coglie l’occasione di questa inaugurazione per partecipare a pieno titolo a questa «bella ed eccellente» storia di sanità pubblica della nostra Regione”.
Fonte: Policlinico di Modena