L’industria dei dispositivi medici in Italia vale 10 miliardi di euro. Sul territorio nazionale operano 4.480 imprese, per un totale di 70 mila dipendenti. Oltre il 70% delle vendite sono destinate al servizio sanitario nazionale mentre l’export negli ultimi anni segna un +8,1%.
Sono i dati diffusi dal presidente di Assobiomedica, Luigi Boggio, in occasione dell’iniziativa ”Referendum e Sanita’, quale futuro?”, promossa dall’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di dispositivi medici al Tempio di Adriano. Dal rapporto 2016 sui dispositivi medici in Italia di Assobiomedica emerge, inoltre, che quasi il 69% delle imprese e oltre l’83% del fatturato si concentrano in cinque regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Veneto e Toscana.
Le imprese che commercializzano dispositivi medici sono 1.908: il 13% ha struttura multinazionale, tra queste l’82% e’ a capitale estero. I produttori diretti sono 2.806, con una maggior presenza di multinazionali a capitale italiano (59%). Le imprese di produzione per conto terzi sono 822. Le imprese fornitrici di servizi sono 198. La distribuzione regionale mostra al primo posto la Lombardia, ma al secondo posto emerge la Regione Lazio. Il settore presenta poi una serie di caratteristiche favorevoli alla diffusione del contratto di rete d’impresa. Secondo l’ultimo aggiornamento a maggio 2016 le reti che coinvolgono imprese del settore dei dispositivi medici risultano essere 33, con 66 imprese del settore su 195 complessive. Gli aspetti caratterizzanti sono una spiccata territorialita’, dimensioni relativamente contenute delle reti e delle imprese, trasversalita’ di ciascuna rete rispetto ai settori coinvolti. (Mel/ Dire)