I bambini esposti alla cannabis prima della nascita presentano una corteccia prefrontale più spessa, una regione del cervello coinvolta nella cognizione complessa, nel processo decisionale e nella memoria di lavoro. Sono questi i risultati di uno studio dell’University Medical Center, nei Paesi Bassi, pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry.
“L’uso della cannabis durante la gravidanza è relativamente comune – spiega Hanan El Marroun, una delle autrici, all’Agenzia Giornalistica Italiana – ma sappiamo molto poco delle possibili conseguenze sullo sviluppo cerebrale del nascituro”.
Sarebbero oltre il 10% le donne che in tutto il mondo danno uso abituale di cannabis in gravidanza. Gli studi fino ad oggi hanno messo alla luce gli effetti della cannabis a breve e a lungo termine sul neonato, ma gli effetti sulla morfologia del cervello erano sconosciuti.
In questa nuova ricerca 54 bambini con un’età compresa tra 6 e 8 anni, esposti alla cannabis prima della nascita, sono stati sottoposti a risonanza magnetica. I risultati sono stati confrontati con i dati provenienti da ulteriori 96 bambini esposti prima della nascita a tabacco e con 113 bambini di un gruppo di controllo (cioè non esposti nè a tabacco nè a cannabis).
Ebbene dai risultati e’ emerso che i bambini esposti solo al tabacco e quelli esposti al tabacco e alla cannabis presentano differenze nello spessore corticale, suggerendo che l’esposizione alla cannabis ha effetti diversi rispetto al tabacco. Inoltre, non sono state riscontrate differenze nel volume complessivo del cervello dei bambini esposti alla cannabis.
Fonte: AGI
