Realizzato dalla Federazione Alzheimer Italia , la maggiore organizzazione nazionale non profit che opera per migliorare la qualità di vita dei malati e dei loro familiari , in occasione del Mese Mondiale Alzheimer, ideato 5 anni fa da Alzheimer’s Disease International (ADI) con l’obiettivo di contrastare l’emarginazione sociale legata alla malattia, nelle sale cinematografiche italiane, tra il 21 e il 25 settembre, gli spettatori che si sono recati nei cinema italiani aderenti al consorzio UniCi (Unione Cinema) si sono trovati di fronte a un apparente errore: il film che cominciava sullo schermo non era quello per cui avevano pagato il biglietto, bensì il celebre film con Diego Abatantuono Eccezziunale… veramente, questo per far vivere agli spettatori le sensazioni di smarrimento e confusione con cui i malati di Alzheimer convivono tutti i giorni.L’imprevisto, ha creato un certo sconcerto in sala, come racconta il video realizzato in un cinema di Milano il 21 settembre, che raccoglie le reazioni di alcune delle persone che hanno assistito alla proiezione “sbagliata”.
Timore, incertezza, spiazzamento, di aver sbagliato luogo: per qualche minuto, prima che sullo schermo comparisse una frase che spiegava il senso dell’esperimento, gli spettatori hanno avuto l’occasione di mettersi nei panni di un malato di Alzheimer, sperimentando in prima persona il disorientamento con cui si trova ad avere a che fare nella quotidianità.
L’esperimento, ha voluto sensibilizzare le persone su cosa significa convivere con la demenza, l’iniziativa ha raggiunto il suo obiettivo, portando gli spettatori a riflettere sulle necessità del malato di Alzheimer: assistenza di tipo non solo medico, aiuto nei momenti di smarrimento, comprensione e vicinanza da parte dei familiari, coinvolti anch’essi in prima persona da una malattia che per sua natura impone un ruolo chiave alla famiglia nell’assistenza quotidiana.
Sono state interessate 70 sale italiane, per un totale di 400 schermi, portando all’attenzione di 150.000 spettatori le difficoltà che incontra tutti i giorni chi è colpito da una malattia che interessa più di 46 milioni di persone nel mondo, di cui 750mila solo in Italia. Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, commenta dicendo che far vivere in prima persona quella sensazione di smarrimento che per i malati di Alzheimer è la quotidianità rappresenta un’occasione per sensibilizzare sia sulle loro necessità, sia sugli aspetti culturali e sociali legati allo stigma, che colpisce non solo i malati ma anche le famiglie. Rendere sempre più persone consapevoli significa fare un passo avanti per combattere il senso di esclusione di malati e familiari, contribuendo a migliorare la loro qualità di vita.
Di Carlotta Pasquali
FONTE ANSA