Un ecografo per rafforzare la lotta al tumore ovarico. Una patologia che ogni anno, in tutto il mondo colpisce 250 mila donne. In Italia, nello specifico, si registrano 5.000 nuovi casi ogni dodici mesi (circa 500 in Emilia-Romagna) con oltre 3.500 morti all’anno. Il nuovo strumento tecnologicamente avanzato, utile per combattere un killer silenzioso, dai sintomi tardivi e poco specifici, è arrivato al Sant’Orsola grazie all’associazione Loto onlus.
L’ecografo è stato acquistato con il contributo della Fondazione Corrado e Bruno Maria Zaini, di UniCredit in seguito alla partecipazione di Loto Onlus al bando promosso da UniCredit – Regioni Centro Nord e di tante persone che hanno fornito numerosi aiuti concreti con la loro partecipazione a questa importante raccolta fondi. Da circa un mese è al lavoro nell’Oncologia medica diretta dal dottor Claudio Zamagni.
“Lungo la strada per la diagnosi precoce del tumore ovarico – spiega Claudio Zamagni – ci muoviamo partendo dai risultati di uno studio condotto in Inghilterra su un campione di 200mila donne, dal quale emerge che, abbinando l’ecografia pelvica transvaginale e il dosaggio di marcatori tumorali circolanti (CA 125) secondo un algoritmo predefinito, risulta possibile diagnosticare con buona accuratezza i tumori dell’ovaio in stadio precoce”.
Fonte: Pagina Facebook Policlinico S.Orsola