Se ne è andato a 90 anni Dario Fo. Drammaturgo, attore, scrittore, impresario. Ma anche pittore e attivista politico. Premio Nobel per la letteratura nel 1997, era ricoverato da qualche giorno in un ospedale milanese per problemi polmonari.
Indissolubile il rapporto con l’adorata moglie Franca Rame, morta nel 2013. Sessant’anni di amore, passione e arte, vissuti fianco a fianco in ogni battaglia. Iniziano a lavorare insieme fin dagli anni Cinquanta, debuttano in Rai nel 1962 con una edizione di Canzonissima ritenutascandalosa e che per quasi tre lustri lo terrà lontano dalla Rai, bandito. Il successo, straordinario, arriva qualche anno dopo: nel 1969 irrompe ‘Mistero Buffo’,un racconto ironico e commovente che rilegge a modo suo Bibbia e Vangeli.
Dario Fo utilizza la sua arte anche per raccontare la politica e l’attualità. Sono sue opere Morte accidentale di un anarchico, Il Fanfani rapito, Non si paga non si paga, Pum pum! Chi è? La polizia, Tutta casa, letto, chiesa, Clacson, trombette e pernacchie.
Il suo teatro era fatto da straordinaria vivacità linguistica, nonsense, satira. Ha reso accessibile il grammelot, linguaggio teatrale che assembla suoni, onomatopee, parole e foni privi di significato in un discorso. Il premio Nobel gli venne attribuito con la motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi“.
L’ATTIVISMO POLITICO DEGLI ULTIMI ANNI
Negli ultimi anni si era avvicinato molto al Movimento 5 stelle per via della sua personale amicizia conGianroberto Casaleggio. Oggi a piangerlo è Beppe Grillo con queste parole: “Oggi se ne è andato Dario Fo. Lo ricordiamo con il suo intervento dal palco di piazza Duomo il 19 febbraio 2013, quando ci disse con la sua potente voce: ‘Fatelo voi!’. Sarai sempre con noi Dario”, scrive sul suo blog , in un post dal titolo ‘Il MoVimento 5 Stelle piange Dario Fo’, e dove pubblica l’intervento del premio Nobel.
Dario Fo: “Mi sembra di essere tornato indietro di molti anni, alla fine della guerra, l’ultima guerra mondiale. Ci fu una festa come questa e c’era tanta gente come siete voi: felici, pieni di gioia e, non dico speranza, la speranza lasciamola a parte, ma di certezza che si sarebbe rovesciato tutto e non ci siamo riusciti. Fatelo voi per favore, fatelo voi! Ribaltate tutto per favore. Io mi ricordo che in quell’occasione c’erano quattro contadini che sono arrivati qua con altri contadini e portavano sei piante. E le hanno piantate una qua una là una là una là… Le piante erano il segno del “si ricomincia”. Vorrei che anche questa sera ci fosse quelle piante piantate per dire “Si ricomincia da capo!”. Grazie!”
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