Un’Apecar bianca gira per le strade di Milano, passando di casa in casa di alcune mamme speciali e portando con sé un carico prezioso: latte materno, ‘oro bianco’ da mettere in banca, donato per i bebè prematuri ricoverati nella Terapia intensiva neonatale più grande d’Italia, presso la Clinica Mangiagalli di Milano.
Ogni anno, in Italia, nascono 30.000 bambini prematuri,di cui circa 5.000 hanno un peso inferiore a 1.500 grammi. Non sempre questi bambini possono fare affidamento sul latte materno, fondamentale per minimizzare i rischi di gravi complicanze dell’apparato digerente e respiratorio, ridurre il pericolo di infezioni, ottimizzare lo sviluppo neuro-cognitivo e prevenire l’insorgenza di intolleranze alimentari.
La Banca del Latte Umano Donato della Clinica Mangiagalli di Milano (Fondazione IRCCS Cà Granda – Ospedale Maggiore Policlinico) permetterà di nutrire in maniera più naturale i piccoli prematuri ricoverati presso la Terapia Intensiva Neonatale della Mangiagalli e degli altri ospedali, garantendo loro un futuro più sicuro.
Una speranza in più per sostenere questi bambini nella loro battaglia per la vita, con un nutrimento ‘su misura’ in grado di dar loro anche un’importantissima difesa immunitaria.
La Banca del latte umano donato della clinica Mangiagalli, Fondazione Policlinico, la terza attiva nella metropoli (si aggiunge a quella storica del presidio Macedonio Melloni e alla più recente dell’ospedale San Giuseppe) è stata inaugurata oggi dai nipoti di Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, che ha sostenuto il progetto.
Ad alimentare la Banca sarà un dono speciale: da mamma a mamma. Servono nutrici disposte a partecipare alla raccolta di latte. Si calcola infatti che ci sia un bisogno di 1.500 litri di latte – e di 150 donatrici – per coprire il fabbisogno dei piccoli ricoverati nella struttura, dove ogni anno il personale si prende cura di mille neonati con problemi, di cui 150 bebè nati con un peso inferiore a 1,5 Kg.
“Le mamme di tutte le età possono farlo. Finché allattano il loro bebè nel primo anno di vita”, spiega Fabio Mosca all’Adnkronos, direttore della Terapia intensiva neonatale e della Neonatologia della Mangiagalli. La Banca è “un esempio della generosità lombarda e il risultato dell’efficace collaborazione tra pubblico e privato, un’attitudine bellissima che abbiamo qui”, aggiunge il governatore lombardo Roberto Maroni, intervenuto all’inaugurazione.
Alle neomamme che sceglieranno di donare un po’ del loro latte e che saranno valutate idonee, continua Mosca, “forniremo un tiralatte, le boccette per la raccolta, tutto il materiale e le informazioni necessarie. E garantiamo settimanalmente, con il servizio Human Milk Link, il ritiro a domicilio e la consegna sicura alla nostra banca”. Arrivato in ospedale il latte materno viene pastorizzato e analizzato per misurarne le proprietà nutritive e viene conservato in speciali freezer, capaci in totale di raccogliere oltre mille litri di latte.
Ogni fase è controllata per garantire sicurezza e qualità, e ogni passaggio è registrato con un sistema di tracciamento, e codici a barre. “Una volta pronto, il latte può essere distribuito ai neonati che ne hanno necessità”, dice Mosca. “E viene ‘sartorializzato’, cioè integrato con proteine, grassi o zuccheri a seconda delle necessità dei bebè destinatari”. Per un pasto su misura. I bimbi che nascono fortemente pre-termine (oltre 5 mila l’anno in Italia con un peso sotto 1,5 kg) “sono delicati – sottolinea Mosca – Il costo delle cure è in media di circa 200 mila euro ma vedere il loro sorriso e saperli fuori pericolo non ha prezzo”. Il latte materno è cruciale: “Riduce l’incidenza di infezioni e di patologie intestinali che possono essere molto gravi”. A causa del parto prematuro, però, diverse mamme non riescono a produrre subito il latte e qui entra in gioco la banca.
Del latte donato beneficeranno anche i piccoli nati a termine con gravi intolleranze o patologie particolari, oppure quelli le cui mamme non ne hanno a sufficienza. “Abbiamo condiviso le procedure con le altre banche del territorio e facciamo parte dell’associazione Aiblud”, che conta in Italia 33 strutture per la raccolta del latte materno. “Il nostro obiettivo – assicura Mosca – è fare squadra, allargando in futuro anche agli altri ospedali la possibilità di usufruire di questa opportunità. Ma dovremmo arrivare a circa mille donatrici e a quota 10 mila litri di latte. La speranza è che le mamme-nutrici aderiscano numerose”. L’attività per diffondere al massimo le informazioni è già cominciata, anche online con un sito. “Do la disponibilità della Regione ad avviare iniziative simili – conclude Maroni – perché si sviluppi una rete, in tutta la Lombardia”.
Fonte: Adnkronos