Non un semplice parco giochi, bensì un’area appositamente attrezzata per sviluppare le capacità motorie di base dei bambini fino a sei anni. E’ il Parco primo sport, che sorgerà al parco dei Cedri di Bologna dopo l’estate. Il modello del progetto, studiato dall’Università di Verona e promosso dall’associazione Laboratorio 0246, è stato applicato a Treviso nel 2010 e poi a Roma: ora l’esperimento, presentato oggi in conferenza stampa, approda anche a Bologna. Il parco si articolerà in quattro aree: manualità, mobilità, equilibrio e gioco simbolico. I giochi che saranno installati sono quelli classici, ma con funzionalità studiate appositamente per la fascia 0-6 anni.
Il progetto prevede visite da parte delle scuole, corsi di formazione per gli insegnanti e anche la realizzazione di un frutteto didattico a fianco del parco vero e proprio. A Laboratorio 0246 fanno capo l’investimento iniziale, la gestione dell’area e la promozione delle attività del parco. Il Comune di Bologna, da parte sua, tramite il patto di collaborazione firmato oggi partecipa al progetto mettendo a disposizione l’area per tre anni (più possibile rinnovo), realizzando l’illuminazione pubblica e collegando il parco con la fibra ottica così da garantirne la sorveglianza. “Bologna è una città che ha compreso subito lo spirito della nostra iniziativa e che porge più di un orecchio alle esigenze di bambini e famiglie”, sottolinea l’ex campionessa di scherma Valentina Vezzali, presidente di Laboratorio 0246. Del resto “abbiamo sempre più bisogno di luoghi sicuri per permettere ai nostri figli di svolgere attività motoria, svagarsi e crescere”, aggiunge la presidente: un tema che non conosce “colori e steccati politici”, sottolinea Vezzali, parlamentare eletta con Scelta civica e oggi nel gruppo misto.
Il parco sarà un vero e proprio “villaggio di legno in cui esplorare diverse esperienze“, anticipa l’assessore comunale allo Sport, Matteo Lepore: “Non solo un’area giochi e nuovo arredo urbano, ma un progetto pedagogico molto importante”. Grazie al patto di collaborazione, così, insieme agli altri soggetti coinvolti “riconosciamo lo sport e l’educazione come bene comune del quale prenderci carico insieme”, aggiunge l’assessore. Grazie ad un progetto come quello presentato oggi “finalmente si lavora con i bambini facendo un’analisi scientifica di cosa succede“, sottolinea Guido Francesco Fumagalli, direttore del Centro di ricerca sullo sviluppo motorio nell’infanzia dell’Università di Verona. E’ l’ennesima dimostrazione del fatto che “i privati e il Coni stanno supplendo alle lacune governative riguardo all’attività ludico-motoria”, dichiara Umberto Suprani, presidente del Coni emiliano-romagnolo: “Prova ne è il fatto che alle elementari non c’è l’insegnante di ruolo obbligatorio per l’educazione fisica”. I soggetti che collaborano al progetto sono “tutti mossi dalla stessa finalità: dare un contributo concreto alla crescita della propria comunità partendo dai bambini”, sottolinea Enrico Castorina, amministratore delegato di Verde sport, emanazione del gruppo Benetton che ha favorito la nascita di Laboratorio 0246.
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