“Una donna su cinque fa uso di farmaci da banco o con prescrizione- dichiara il Dr. Antonino Musarra, Presidente eletto dell’Aaiito- durante la gravidanza. Quelli maggiormente usati sono i decongestionanti e gli antistaminici. Sempre piu’ spesso le donne incinta acquistano farmaci di propria sponte, senza consultare il medico curante, anche quando si tratta di prodotti antiasmatici, seppure in Italia si presti maggiore attenzione rispetto ad altri Paesi.
Spesso la scarsa conoscenza sulla sicurezza dei farmaci e quindi lo scarso utilizzo anche di quelli piu’ sicuri, porta al ricorso ad espedienti poco efficaci che rischiano di esacerbare i sintomi ed a causare danni al feto”.
LA DIETA DELLA MADRE NON INFLUENZA LE FUTURE ALLERGIE DEL FIGLIO
“Inizialmente- aggiunge Giuseppe Pingitore, specialista in Pediatria e Allergologia- si sconsigliavano alle madri che allattavano proteine allergizzanti come quelle dell”uovo o del latte, ma ad oggi si e’ notato che, sia durante la gravidanza che dopo, la madre puo’ tenere una dieta libera, senza influire cosi’ sulle future allergie del figlio. Nei casi in cui il bambino non possa fruire del latte materno, ci sono dei dati, a cui sono ispirate le Linee Guida internazionali, che suggeriscono di dare un latte speciale ipoallergenico.
Tuttavia, i risultati non sono univoci: alcuni studi dicono che nell’arco di qualche anno si riducono le allergie, soprattutto quelle alimentari e la dermatite atopica, ma non i rischi di diventare asmatici e di essere colpiti da rinite allergica. Altri sostengono che questa misura preventiva del latte ipoallergenico non dia alcun giovamento. Il dibattito resta aperto, con una prevalenza delle Linee Guida suddette, ma con una crescita della corrente di pensiero opposta”.
LE INTOLLERANZE AL LATTOSIO E AL GLUTINE – Le allergie alimentari interessano l’8% dei bambini, di cui un terzo ha reazioni gravi, e il 4% degli adulti. “Gli studi sul microbiota intestinale stanno aprendo nuovi scenari che aiutano a comprendere i meccanismi della intolleranza e anche delle future terapie. Anche per l’intolleranza al lattosio, che interessa piu’ della meta’ degli italiani, iter diagnostici piu’ precisi e l’uso di probiotici sembrano aprire nuovi approcci non solo di restrizione dietetica. Il controverso quadro della sensibilita’ al glutine non celiaca sembra invece interessare, quando la diagnosi e’ corretta, solo un numero limitatissimo di casi. La diagnosi differenziale tra celiachia allergia al grano e NCGS e l’eventuale test in doppio cieco sono un interessante campo d’azione per l’allergologo”, spiega la Dr.ssa Paola Minale. (Comunicati/Dire)