Da qui al 2050 il numero degli over 60 presenti nel mondo è destinato a raddoppiare: sono 900 milioni oggi; diventeranno 2 miliardi.
La popolazione del mondo sta invecchiando inesorabilmente. In questo quadro non certo roseo, l’Italia, come spesso accade, si guadagna una medaglia d’oro che non le fa onore: quella di paese più vecchio in Europa.
Ma se non vogliamo guardare cosi tanto avanti, basta fermarsi al 2020: è in quell’anno che i “senior” supereranno i bambini di 5 anni.
Questo il dato, allarmante, contenuto nel nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicato in occasione della Giornata Internazionale delle Persone Anziane celebrata i 1° ottobre scorso.
Il numero di persone over 60 dovrebbe raddoppiare entro il 2050 e richiederà un cambiamento sociale e sanitario radicale. «Oggi, la maggior parte delle persone, anche nei paesi più poveri, vive una vita più lunga», spiega Margaret Chan, direttore generale dell’Oms. «Ma questo non è sufficiente. Dobbiamo garantire che questi anni in più siano sani, significativi e dignitosi. Il raggiungimento di questo non sarà solo un bene per le persone anziane, sarà un bene per la società nel suo complesso».
L’Italia, grazie a fattori come l’accessibilità universale e l’alto livello del sistema sanitario tra cui anche i buoni risultati raggiunti nella salute materno-infantile, è al secondo posto per numero di anziani al mondo con il il 21,4% degli “over65” e il 6,4% “over80”.
Per numero di anziani il nostro paese è secondo solo al Giappone, ma primo in Europa davanti a Germania e Portogallo.
In questa luce l’OMS chiede ai servizi sanitari di riallineare le prestazioni per far fronte alle patologie croniche degli anziani.
Il rapporto mette in luce tre aree chiave di intervento che richiederanno un cambiamento fondamentale nel modo in cui la società pensa all’invecchiamento e alle persone anziane:
1) Rendere i luoghi in cui viviamo molto più piacevoli e fruibili per le persone anziane. Degli esempi concreti di best practies si possono trovare nella rete globale dell”Oms delle Città e dei Comuni Amici degli Anziani (Age-friendly) che comprende attualmente oltre 280 città, in 33 Paesi, tra cui Udine in Italia.
2) Migliorare la sicurezza degli anziani per contrastare l’isolamento sociale e la solitudine.
3) Allineare i sistemi sanitari con le esigenze degli anziani, spostando l’asse dalla cura alle malattie acute verso l’assistenza alle malattie croniche, più frequenti in età avanzata.
Tanti gli esempi a tal proposito, che hanno già ottenuto buoni risultati e che possono essere diffuse e introdotte in altri Paesi. Come ad esempio, la creazione di equipe composte da diversi specialisti come fisioterapisti, psicologi, nutrizionisti, terapisti occupazionali, medici e infermieri in Brasile, o la condivisione di cartelle cliniche computerizzate tra diversi istituti di assistenza in Canada.
Infine l’Oms lancia un monito ai governi, che devono sviluppare sistemi di assistenza a lungo termine in grado di ridurre l’uso improprio dei servizi sanitari e garantire alle persone che vivono i loro ultimi anni di farlo con dignità.
Le famiglie avranno bisogno di sostegno per fornire assistenza, dando maggiore libertà alle donne, che spesso sono anche coloro che si prendono in carico la cura per i familiari più anziani.
Fonte: Panorama della Sanita’ link