Il giorno dopo le affermazioni del Ministro Beatrice Lorenzin al Congresso FIMMG sul Comma 566 (“Per me è il medico del decide cosa bisogna fare” link) interviene la Presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI Mangiacavalli con una nota inviata al sito Quotidiano Sanita (link).
“Le affermazioni del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin fatte ieri al 71° Congresso nazionale Fimmg sul comma 566 della legge di stabilità 2015, riportate nella cronaca dell’incontro su Quotidiano Sanità, denotano una linea di azione che rinnega nei fatti lo stesso comma, le scelte delle Regioni evidenti dallo schema di accordo con il Governo sulle competenze avanzate degli infermieri e vanifica le proposte di concertazione che le professioni sanitarie e questa Federazione hanno avanzato finora, appoggiate sulla carta dal ministero della Salute con la previsione di una “mai nata” cabina di regia.
Per quanto ci riguarda intendiamo difendere la crescita della professione – e delle professioni sanitarie in generale – che con il comma 566 e lo schema di accordo Stato-Regioni, nulla tolgono o intendono togliere al compito di diagnosi e terapia dei medici. Ma non possiamo accettare che la lettura della legge, approvata dal Parlamento per dare spazio alla crescita professionale di altre figure che ne hanno titolo e già evidente nei fatti a livello internazionale e in molte Regioni italiane, possa essere travisata e di conseguenza stabilisca subordinazioni “secche”, ormai inesistenti da anni.
E’ generica l’affermazione “il medico decide” perché difronte al paziente non ci sono solo le scelte legate alla diagnosi e alla scelta della terapia, ma altre non meno importanti e confermate dalle ipotesi di nuovi modelli di assistenza per la salute che riguardano tutto il suo iter assistenziale, per le quali rivendichiamo titolarità e indipendenza.
Spiace leggere che un ministro della Repubblica che finora ha detto di voler mediare posizioni ancora distanti perché ostacolate da retaggi, pensieri e paure antiche ed obsolete, prenda una posizione così sbilanciata, rinnegando ciò che il suo ministro ha dichiarato finora di voler portare avanti, anche a suo nome, senza primazie o distinzioni tra le professioni del Ssn”.