Il direttore generale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), Francesco Bevere e la Presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per l’attuazione di una collaborazione diretta alla realizzazione di progetti nel settore della formazione infermieristica.
Il Servizio sanitario nazionale investe così sugli infermieri e sulla loro formazione, a partire dalla dirigenza infermieristica. E lo fa grazie a un protocollo ad hoc sottoscritto dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas) e dalla Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, in cui si apre la strada a specifici progetti finalizzati all’identificazione di standard assistenziali per la sicurezza dei pazienti e all’individuazione di ulteriori indicatori al fine di rilevare l’efficace erogazione dei servizi assistenziali.
La strada seguita è quella descritta dal Patto per la salute, in particolare per quanto riguarda l’assistenza territoriale, e il decreto sugli standard ospedalieri, in modo da garantire grazie alla professionalità degli infermieri la continuità assistenziale ospedale-territorio.
“La formazione – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi – è un obiettivo importante, essenziale per la professione. E il protocollo Agenas-Ipasvi lo riconosce e inserisce a pieno titolo i nostri professionisti nel quadro organizzativo-programmatorio delle nuove responsabilità disegnate dal modello di assistenza previsto nel Patto per la salute. La formazione infermieristica ha un ruolo essenziale, come definisce lo stesso protocollo, sia nell’assistenza ospedaliera delineata dai nuovi standard che in quella territoriale e ancora di più come garanzia della necessaria continuità assistenziale oggi poco presente nel panorama delle cure offerte dal Ssn. Per la Federazione poi – aggiunge Mangiacavalli – il protocollo, oltre a essere la conferma del ruolo chiave degli infermieri nel nuovo modello di assistenza, rappresenta anche la base per quel salto di qualità della formazione che deve puntare dopo la laurea magistrale a realizzare ruoli di management sia gestionale sia clinico, che sono già oggi caratteristica degli infermieri e che domani dovranno essere codificati in percorsi di alta formazione per disegnare le vere competenze dei nostri professionisti, chiamati a orientare e governare sia i processi assistenziali tipici di una certa area clinica, sia le competenze necessarie per realizzarli.
Il protocollo Agenas-Ipasvi dura tre anni ed è rinnovabile anche con la previsioni di eventuali revisioni e aggiornamenti. E gli accordi attuativi del protocollo specificheranno in particolare gli obiettivi da conseguire e le attività da espletare; gli aspetti di natura tecnico scientifica, organizzativa, gestionale e finanziaria; i termini dell’impegno assunto da ciascuna delle parti anche in relazione alla ripartizione degli oneri; la proprietà intellettuale e l’utilizzo dei risultati dell’attività di collaborazione/ricerca.
“Per poter gestire e guidare al meglio la trasformazione dei servizi ospedalieri e la riorganizzazione della medicina del territorio e dei servizi residenziali e domiciliari, in ottemperanza a quanto previsto dal Patto per la Salute e dal Regolamento sugli standard ospedalieri appare sempre più necessario investire anche sulla formazione del personale infermieristico, considerato il ruolo chiave che è chiamato a svolgere nell’agevolazione del processo di rafforzamento della continuità ospedale-territorio”, ha dichiaratoFrancesco Bevere, direttore generale dell’Agenas.
“A tale proposito – prosegue Bevere – Agenas e Ipasvi hanno avviato una collaborazione per sviluppare un percorso formativo, fortemente voluto dal Ministro Lorenzin, capace di soddisfare i nuovi e crescenti bisogni di formazione della professione in risposta all’evoluzione scientifica, tecnologica e all’innovazione organizzativa ed assistenziale, nonché a valorizzare le competenze relazionali, quali accoglienza della persona, relazione d’aiuto, capacità di ascolto, presupposti necessari per realizzare una vera assistenza sanitaria personalizzata e orientata ai bisogni di salute dei cittadini. Si tratta – conclude Bevere – di un’iniziativa preziosa diretta a motivare e valorizzare in chiave strategica il ruolo di quelle figure professionali senza le quali nessuna trasformazione potrebbe essere realizzata pienamente per poter coniugare sicurezza e specialità delle cure, ma anche conforto, accoglienza umana e sostegno”.
“Gli infermieri – ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – sono un pilastro del nostro Servizio sanitario nazionale. Sono loro che ogni giorno assistono con professionalità e umanità le persone malate negli ospedali, ma anche al loro domicilio. Sono molto grata a tutti gli operatori sanitari che in questi anni non facili hanno continuato a lavorare con abnegazione, perché è anche grazie a loro che il sistema sanità ha tenuto fino ad oggi. Per questo un percorso formativo che li qualifichi ancora di più e li prepari alle grandi sfide dell’innovazione e delle nuove tecnologie, con i nuovi modelli organizzativi che spostano l’assistenza dall’ospedale al territorio per dare risposte ai nuovi bisogni di assistenza, non può che ricevere il mio plauso”.